La città di Zagora in Marocco ha ospitato per 5 giorni dal 18 al 22 novembre la 12a edizione del Festival Internazionale del Documentario Arabo-Africano, con particolare attenzione al cinema nordico.
Sono arrivati al festival più di 110 documentari provenienti da tutto il mondo.
I documentari hanno rappresentato paesi tra cui Svezia, Finlandia, Venezuela, Svizzera, Norvegia, Iran, Zambia, Francia, Canada, Oman, Marocco, Stati Uniti, Inghilterra, Italia e Nigeria.
Il comitato ha selezionato solo 27 documentari per partecipare al Festival tra cui Souls in Transit della giornalista Aida Schlafer.
Souls in Transit, traccia i collegamenti tra il genocidio di Sayfo del 1915 e la migrazione e lo sfollamento del popolo siriaco (arameo-assiro-caldeo) dopo che lo Stato islamico (ISIS) prese il controllo della piana di Ninive in Iraq.
Il presidente del festival, Hisham Bahfiz ha sottolineato che questo festival costituisce una piattaforma cinematografica internazionale, araba e africana per celebrare il cinema documentario, evidenziando la vita e la storia dei popoli, nonché questioni umanitarie e sociali.
In questa avventura festivaliera marocchina io e Graziano abbiamo conosciuto delle bellissime persone a partire da un direttore d’orchestra italiano che vive a Boston, Federico Cortese. Pensate dal 1999 music director della Boston Youth Symphony Orchestra, dove insegna in qualità di Senior Lecturer. Un’eccellenza del nostro meraviglioso paese che si chiama Italia.
Fed come lo chiamano i suoi studenti è direttore della Harvard-Radcliffe Orchestra dal luglio del 2009.
L’ Harvard-Radcliffe Orchestra (HRO) è un’orchestra sinfonica universitaria composta da studenti di Harvard, con sede a Cambridge, Massachusetts .
Fondata nel marzo 1808, l’orchestra è considerata la più antica orchestra sinfonica degli Stati Uniti.
Il Maestro Federico Cortese ha ritirato il premio della Giuria per la regista Ruth Streeter autrice di Playing with incredible minds. Il direttore artistico del festival, Domitilla Ruffo di Calabria, ha dichiarato: “Il film non solo racconta una storia incredibilmente commovente e affascinante, ma è un capolavoro di fotografia, montaggio, ritmo e idee”.
E’ giustissima questa affermazione, la scrittrice/regista/produttrice Ruth Streeter ha realizzato un meraviglioso documentario sull’orchestra sinfonica più longeva degli Stati Uniti, la Harvard Radcliffe Orchestra di Harvard.
La musica è un’arte che ha il potere di comunicare emozioni e sentimenti in modo universale, senza limiti di età, genere, razza o lingua. Per i giovani, l’ascolto e la pratica della musica possono avere un impatto significativo sulla loro crescita e sviluppo, sia a livello cognitivo che emotivo, processo che, in realtà, avviene sin dalle loro condizioni fetali. Un documentario che tutti i giovani dovrebbero vedere.
Mi auguro che venga acquistato da qualche piattaforma.
Il regista indiano Dheeraj Akolkar ha vinto all’unanimità il premio della Giuria e del pubblico con : Liv Ullmann – a road less travelled.
Volto iconico del cinema d’autore del secondo dopoguerra, Liv Ullmann parla in modo candido e appassionato raccontando la sua vita dall’infanzia in Norvegia all’incontro decisivo con Igmar Bergman, passando per la carriera di regista, l’impegno in cause umanitarie e il premio Oscar alla Carriera ricevuto nel 2022.
La conversazione aperta si alterna a sequenze dei suoi film più famosi e a rari dietro le quinte. Il film è inoltre intervallato da brevi sequenze in cui la Ullmann legge estratti dai suoi libri Changing (1977) e Choices (1984) che trasmettono il suo senso di compassione e curiosità per il mondo, il suo desiderio di impegno e la sua capacità di riflettere sulle proprie scelte di vita. Inoltre, sebbene la sua immensa statura di artista non abbia bisogno di ulteriori conferme, una serie di dichiarazioni di star hollywoodiane del calibro di Cate Blanchett e Jessica Chastain dimostrano la loro gratitudine e profonda ammirazione per una delle attrici più straordinarie della storia del cinema.
Il deux ex machina di questo straordinario documentario è Dheeraj Akolkar, scrittore, regista e produttore pluripremiato, fondatore di Vardo Films a Londra, con un’esperienza di 15 anni e una serie di 3 film di fiction e 2 di non-fiction in varie fasi di sviluppo e produzione. Siamo diventati grandi amici e sono orgogliosa di aver proiettato il mio cortometraggio “La Fellinette”, omaggio a mio Zio Federico Fellini, che ho realizzato nel 2020 per il suo Centenario della Nascita, insieme al suo splendido documentario nella serata di apertura del Festival.
I festival di cinema internazionale sono una vetrina per il talento emergente e consolidato, con registi, attori e produttori provenienti da tutto il mondo che nel nostro caso sono arrivati nel deserto del Sahara per partecipare al Festival Internazionale del Film documentario africana araba.
Tra i nuovi amici ci sono anche 2 autori gallesi che hanno presentato: The Mendenhall Glacier. Loro sono Kevin Phillips e Sophie Hill. Un premio meritatissimo della giuria è stato assegnato anche al loro documentario.
Dovete sapere che il ghiacciaio Mendenhall che si trova in Alaska è uno dei più straordinari al mondo, (20 km di lunghezza) al suo interno custodisce un gioiello di incredibile bellezza, le grotte, che sono un luogo incantato dalle forme surreali scolpite nei secoli dall’acqua, vere e proprie sculture. Purtroppo a causa del riscaldamento globale si sono registrati crolli delle volte che si stanno sciogliendo cambiando considerevolmente le forme e i colori della struttura.
Resteremo in contatto con questi nuovi amici visionari che ci hanno raccontato storie meravigliose.
Mi resta solo dire: TO BE CONTINUED………………..
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