di Alfredo Baldi
Il primo gennaio di quest’anno 2023 Valentina Cortese avrebbe compiuto cento anni, un secolo tondo. Infatti era nata a Milano l’1 gennaio 1923 ed è morta in quella stessa città quattro anni or sono, il 10 luglio 2019, a novantasei anni.
Ma chi era, chi è stata Valentina Cortese? È un nome che probabilmente dice poco o nulla a chi è nato dopo la fine degli anni Sessanta, vale a dire coloro che non hanno avuto la possibilità di ammirare le sue interpretazioni, sia che fossero in teatro dal vivo, sia sugli schermi delle sale cinematografiche (delle quali allora era piena l’Italia), oppure proposte dalla televisione della Rai (non esisteva a quel tempo altra emittente).
Ma a tutti coloro che sono nati negli anni precedenti – soprattutto se si tratta di milanesi o di lombardi – il nome di Valentina Cortese riporta alla mente grandi spettacoli e forti emozioni che possono risalire, nel caso delle persone meno giovani ma di buona memoria, addirittura agli anni Cinquanta.
Valentina Cortese, pur non essendo stata spesso protagonista assoluta di un film, tuttavia ha posseduto tutte le caratteristiche di una diva, forse l’ultima diva della scena italiana. Parlo di scena in generale – e non solo di cinema o di televisione – perché Valentina, pur avendo frequentato intensamente sia i set cinematografici che quelli televisivi, è stata soprattutto una grande protagonista, sotto la guida ferrea, ma insieme complice e affettuosa, di Giorgio Strehler, di una serie di memorabili stagioni del Piccolo Teatro di Milano che si sono snodate per ben 18 anni, dalla fine degli anni Cinquanta agli ultimi Settanta.
Il carattere di Valentina, che Strehler definiva di una volontà inflessibile nonostante l’impressione di una natura fragile e accomodante – e chi scrive, che l’ha conosciuta bene, lo può confermare – si forma ben presto. La sua infanzia e la fanciullezza trascorrono, secondo la sua narrazione, in una famiglia estremamente diversa da quella naturale, segnata da gravi precarietà nella vita quotidiana. Qui Valentina fa le prime esperienze di attrice bambina – purtroppo negative a causa dell’emotività – sul palcoscenico sconnesso di un teatrino parrocchiale di paese, da cui trae motivo per la prima rivolta esistenziale: “Non voglio più essere povera!”.
A dieci anni la sua situazione familiare e di vita inaspettatamente si ribalta in senso favorevole: Valentina è portata via dalla famiglia di adozione, umili contadini della bassa pavese, e nuovamente accolta in seno all’agiata famiglia di origine, dell’alta borghesia torinese, piena di attenzioni (se non di rimorsi) nei suoi confronti.
Mentre ancora frequenta il liceo, l’innata passione teatrale la trascina – durante una vacanza estiva a Stresa nel 1940 – a mettere in scena nel teatro cittadino, alla guida di un’improvvisata compagnia di amiche e amici dilettanti, alcune commedie di autori contemporanei. Questo fuoco artistico è il motivo del casuale incontro con il celebre direttore d’orchestra Victor De Sabata, uomo maturo di trent’anni maggiore di lei, sposato e con figli, che la incoraggia a seguire le strade del teatro e del cinema. E proprio con De Sabata l’allora diciassettenne Valentina vive la prima travolgente storia d’amore, protrattasi per molti anni nonostante lo “scandalo”.
Nel dopoguerra Valentina intraprende, come altre celebri attrici italiane in quegli anni – Sofia Loren, Gina Lollobrigida, Anna Magnani, Alida Valli – una lunga trasferta negli Stati Uniti, nel corso della quale incontra e sposa il primo marito, l’attore Richard Basehart, dal quale ha il figlio Jackie.
Tornata in Italia e incrinatosi irrimediabilmente il matrimonio americano, inizia il lungo sodalizio – in un primo tempo solo artistico, poi anche sentimentale – con Giorgio Strehler che la consacra come una delle più originali protagoniste della scena teatrale italiana di quel periodo. Infine, in età già matura, convola felicemente a seconde nozze con un noto e ricco industriale farmaceutico, Carlo De Angeli, che le permette di raggiungere finalmente quella sicurezza e quella tranquillità economica che Valentina non aveva mai conosciuto, neppure nei periodi di più intenso lavoro e di maggiore popolarità.
Ripercorriamo, in estrema sintesi, la carriera artistica di Valentina Cortese iniziando dal cinema. Alessandro Blasetti (La cena delle beffe, 1942, e Nessuno torna indietro, 1944), Jules Dassin (I corsari della strada, 1949), Robert Wise (Ho paura di lui, 1951) Michelangelo Antonioni (Le amiche, 1955), Luis Berlanga(Calabuig, 1956), Federico Fellini (Giulietta degli spiriti, 1965), Robert Aldrich (Quando muore una stella, 1968), Franco Zeffirelli (Fratello sole, sorella luna, 1972, Gesù di Nazareth, 1977 e Storia di una capinera, 1993), François Truffaut (Effetto notte, 1973) e Terry Gillian (Le avventure del barone di Münchhausen, 1988) sono alcuni dei registi più autorevoli e famosi con i quali Valentina ha lavorato, per i quali ha disegnato una variegata galleria di personaggi femminili, dalle connotazioni ora dolci e malinconiche, ora fantastiche e oniriche, ora pungenti e graffianti, ma in ogni caso difficili da dimenticare.
Sono infatti ben 90 le sue interpretazioni per il cinema, iniziate casualmente nel 1941, a soli 18 anni, come improvvisata figurante sul set di un filmone teatrale tipico dell’epoca, L’orizzonte dipinto, diretto da un amico di famiglia, Guido Salvini. Valentina ha poi attraversato tutti gli schermi dei tempi di guerra fino al 1944, per riprendere le sue interpretazioni già nel 1946, appena il cinema ha iniziato a produrre nuovamente dopo le devastazioni belliche. Intenso è stato il suo lavoro sui set anche in questo periodo, ma dominato dalla necessità di porre fine, sia pure con profondo dolore, allo stretto legame affettivo che la legava a De Sabata, e quindi di allontanarsi da lui.
Ecco allora il trasferimento a Hollywood, rinviato più volte ma infine compiuto nel luglio 1948, con un contratto di sette anni con la 20th Century Fox di Darryl Zanuck, contratto che Valentina definisce “capestro”, sia per l’esiguo compenso previsto, sia per l’obbligo di esclusiva, per tutto il periodo, con la major americana.
A Hollywood, sul set del primo film che interpreta, I corsari della strada, scoppia subito un amore travolgente (incorreggibile Valentina!) tra lei e il regista, il giovane ma già famoso Jules Dassin, anch’egli sposato e con figli: un amore che, pur se divenuto poi platonico, durerà per molti anni, fino all’incontro di Dassin con Melina Mercouri nel 1960.
Ma Hollywood segna anche la ribellione di Valentina ai diktat erotici del padre-padrone della Fox, al quale la nostra eroina getta in faccia un bicchiere pieno di whisky nel bel mezzo di un animato festino orgiastico organizzato proprio dal padrone di casa, il tycoon Zanuck. Tanto che l’offesissimo produttore, forte del contratto firmato dall’attrice, la costringerà a rimanere un paio d’anni negli Stati Uniti senza permetterle di lavorare.
Il rientro al lavoro in Italia nel 1953, che può avvenire solo pagando una forte penale poiché il contratto con la Fox sarebbe scaduto nel 1955, segna il ritorno di Valentina a ruoli sempre più impegnativi e con registi famosi e di talento, a cominciare, come ho accennato, da Michelangelo Antonioni nel 1955, poi da Federico Fellininel 1965. Con “quel biricchino di Federico”, come Valentina chiamava affettuosamente Fellini (ma solo per motivi legati al lavoro), si instaura una lunga e profonda amicizia che durerà fino alla scomparsa di lui.
Terminato il rapporto affettivo con Basehart, rimasto a Hollywood, a causa dei reiterati tradimenti di lui, Valentina nel 1959 accetta la proposta di Paolo Grassi di recitare al Piccolo Teatro di Milano, sotto la regia di Giorgio Strehler, in un lavoro giovanile di Anton Čechov, Platonov e altri. Il ritorno ai vecchi amori teatrali – quelli che le avevano fatto incontrare De Sabata in un luminoso pomeriggio d’estate sulle rive del Lago Maggiore – e il successo che ottiene nuovamente sul palcoscenico la convincono a diventare “un’attrice del Piccolo Teatro”, quasi sempre sotto la guida artistica di Strehler.
Sono molte le sue interpretazioni di successo in questo contesto prestigioso, a cominciare, nel 1960, dal dramma di Giorgio Prosperi La congiura, con la regia di Luigi Squarzina; segue, nel 1961, El nost Milan, commedia in dialetto milanese di Carlo Bertolazzi, poi nel 1965 Il gioco dei potenti, tratto dall’Enrico VI di Shakespeare, nel 1966 il pirandelliano I giganti della montagna, nel 1968 Il processo di Giovanna d’Arco a Rouen – 1431, della scrittrice tedesca Anna Seghers, con la regia di un allievo di Strehler, Klaus Michael Grüber, nel 1970 la brechtiana Santa Giovanna dei macelli, nel 1972 la “scandalosa” Lulu di Wedekind, diretta dal giovane e celebrato regista francese Patrice Chéreau, infine nel 1974 Il giardino dei ciliegi, dramma tra i più noti di Čechov, che viene tuttora ricordato come uno dei lavori più riusciti e acclamati della coppia Strehler/Cortese.
Ma Valentina ha anche recitato per altri Maestri: nel 1973 in Tanto tempo fa di Harold Pinter, con la regia di Luchino Visconti, lavoro afflitto da problemi giudiziari a causa del processo intentato dal drammaturgo inglese insoddisfatto della traduzione del suo testo; infine nel 1983 nella Maria Stuarda di Friedrich Schiller, con la regia di Franco Zeffirelli, ricordato anche per i contrasti della nostra con l’altra protagonista, Rossella Falk, e il plateale svenimento (reale? pubblicitario?) sul palcoscenico di Valentina durante la “prima”.
Ma se le interpretazioni di Valentina sono bene o male note, anche se finora mai analizzate a fondo, il personaggio Valentina Cortese è invece misconosciuto, nonostante che, pur nei limiti di vicende personali, sia estremamente affascinante e complesso. Il suo personaggio infatti presenta molteplici assonanze con la diva del film Effetto notte di François Truffaut – interpretazione che le ha valso una nomination agli Oscar – spiritosa e sofisticata, capricciosa e stravagante, ribelle con una punta di svagata follia.
Questo, ma molto altro ancora, è il contenuto del mio libro uscito in queste settimane, Valentina Cortese, un breve secolo (1923-2023), pubblicato dalla ETS di Pisa. Analogamente al mio precedente volume del 2013 – Le nove vite di Valentina Cortese – del quale riprende i contenuti ma ampliandoli e aggiornandoli, il taglio è sia biografico che storico-critico, racchiudendo in un’unica narrazione diacronica il percorso umano e professionale della donna e dell’attrice. Arricchiscono il libro undici interviste inedite a compagni di lavoro e amici personali di Valentina: Luca Barbareschi, Lando Buzzanca, Roberto Capucci, Piera Degli Esposti, Eleonora Giorgi, Mario Monicelli, Fiorenzo Niccoli, Giuseppe Rotunno, Vittorio Sindoni, Piero Tosi, Franco Zeffirelli. Il volume si conclude con l’elenco integrale – oltre 150 titoli – dei lavori interpretati da Valentina Cortese, per il cinema, il teatro e la televisione, tra il 1941 e il 2012. Settanta anni di instancabile, splendida, gloriosa carriera !
Alfredo Baldi
Alfredo Baldi, nato a Roma, ha lavorato dal 1968 al 2007 al Centro Sperimentale di Cinematografia dove ha diretto la Scuola Nazionale di Cinema e la Cineteca Nazionale. Studioso di storia e di tecnica del cinema, collaboratore di trasmissioni della Rai, organizzatore di produzioni culturali cinematografiche, ha insegnato “Linguaggio cinematografico” all’Università Sapienza di Roma. Ha pubblicato su riviste specializzate più di cento articoli e saggi, soprattutto sul cinema italiano, ed è autore o curatore di una ventina di volumi. Sulla censura cinematografica in Italia ha pubblicato due libri, nel 1994 e nel 2002. Del 2013 è “Le nove vite di Valentina Cortese”, dedicato alla grande diva. Del 2018 e del 2019 i suoi volumi dedicati alla storia del Centro Sperimentale e ai 70 anni della Cineteca Nazionale. Nel 2021 ha pubblicato Le molte vite di Lino Banfi, primo saggio storico-critico dedicato all’attore, e nel 2023 “Valentina Cortese, un breve secolo”, per i 100 anni dalla nascita dell’attrice.
Articoli
– https://www.sololibri.net/Alfredo-Baldi.html
– https://www.store.rubbettinoeditore.it/alfredo-baldi
– https://www.ibs.it/libri/autori/alfredo-baldi
– https://www.youtube.com/watch?v=aVg5sMpf2IQ ….intervista a Lina Wertmuller
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