di Francesca Fabbri Fellini
Il giorno del mio battesimo a Bologna, il 6 giugno del ‘65, mia mamma Maria Maddalena Fellini e il mio papà il dott. Giorgio Fabbri, avevano scelto come miei padrini, lo zio Federico Fellini e la zia Giulietta Masina.
Così quel giorno, il Mago del Cinema, che aveva già vinto 3 premi Oscar insieme alla sua Fata, la zia Getta versarono in dono polvere di stelle sulla mia culla.
Mio zio Federico ha sempre amato i cartoni animati.
Una volta mi disse che gliene sarebbe piaciuto firmarne uno.
Con il mio cortometraggio, intitolato ‘La Fellinette’, tributo per il suo Centenario della nascita, credo di aver completato l’ultimo tassello del puzzle, avendo nel mio sangue il suo dna.
Ritengo magico questo mio debutto alla regia, grazie ad una storia che mi è arrivata in sogno la notte tra l’11 e il 12 maggio del 2019.
Chi è ‘La Fellinette’ ?
La Fellinette è un sogno di cartone, perché prende vita da un disegno dello zio Federico che mi ha fatto nella nostra casa di famiglia a Rimini, dopo una passeggiata sulla spiaggia.
Era il 20 gennaio,il suo compleanno, quando arrivò da Roma con un regalo per me : una mantellina di panno blu pavone e un paio di stivaletti rossi.
Il disegno, grazie agli animatori dello Studio Ibrido di Torino, ha cominciato a muoversi con un’animazione fluida e scivola su sfondi che lasciano trasparire la trama della carta su una spiaggia invernale di Rimini negli anni ‘70.
La Fellinette, la mia favola muta sospesa tra cielo e terra, è un piccolo film a tecnica mista, parte in animazione e parte in live action.
Dovete sapere che quando ero piccola, lo zio Federico mi ripeteva sempre: ‘Ricordati che esistono due vite : quella ad occhi aperti e quella ad occhi chiusi. L’immaginazione è la forma più alta di pensiero’.
Lo zio Federico pensava che tutti i bambini avessero un rapporto sfumato ed emozionale con la realtà; tutto è fantastico per il bambino, perché mai visto, mai sperimentato. Il mondo si presenta ai suoi occhi privo di intenzioni, di significati, vuoto di sintesi concettuali, di elaborazioni simboliche: è solo un gigantesco spettacolo gratuito e meraviglioso.
Il disegno che Federico fece dopo una passeggiata sulla spiaggia di Rimini, intitolandolo ‘La Fellinette’ è la cosa più preziosa che mi ha lasciato.
Durante le nostre passeggiate, mi descriveva il fascino del mare d’inverno: l’emozione di passeggiare tra lunghe distese di sabbia, spiagge semi deserte, onde che si infrangono all’orizzonte e un senso di profonda quiete dove solo il rumore delle onde riempie l’aria di tranquillità e culla dolcemente i pensieri.
Mi incoraggiava ad osservare, spiegandomi che disegnare gli aveva insegnato a guardare il mondo. Per disegnare qualcosa bisogna conoscerla molto bene.
Un giorno pronunciò un consiglio, che suonava come la sua filosofia di vita :’ Mia piccola Fellinette, buttati e non perdere mai la tua schiettezza, né l’entusiasmo giovanile nel lungo viaggio che si chiama vita, e le cose accadranno come desideri.’
Per me la fantasia è una realtà parallela e grazie a lui continuo a guardare il mondo con gli occhi dell’infanzia, da visionaria.
Con quegli occhi ho scritto e diretto ‘La Fellinette’: una giornata, un viaggio senza tempo, un sogno nel sogno, una festa di compleanno a sorpresa e nel finale un incontro sulla spiaggia inaspettato.
Per me ancora oggi, a 50 anni, da quelle passeggiate con lo zio Federico sulla spiaggia di Rimini, il fascino che ha il mare d’inverno non è semplice da descrivere: è malinconia e meraviglia, è l’infinito e il sublime.
Sono felice che per questo tributo sono riuscita a mettere insieme due straordinari cast fatti di grandi professionalità che coprono tutte le età, dal mio direttore della fotografia, il Maestro Blasco Giurato, ai miei protagonisti in carne ed ossa : Milena Vukotic, Ivano Marescotti, Sergio Bustric.
Alla musica della colonna sonora firmata da Andrea Guerra, ai giovani ma talentuosi animatori dello Studio Ibrido capeggiati da Linda Kelvink, alla magia delle ombre cinesi di Carlo Truzzi.
Il Maestro Renato Casaro, uno dei più importanti illustratori del Cinema, che dagli anni ’50 agli anni ’90, ha realizzato manifesti cinematografici diventati icone, ha voluto partecipare a questo mio tributo allo Zio Federico, dipingendo la locandina della mia Fellinette, un’immagine che profuma di poesia.
Mi pare fantastica poesia …in piena tradizione di famiglia. Spero di vederlo aperta possibile. Grazie Francesca.
Grazie mille, Claudia…buon proseguimento !
MERAVIGLIOSO !!!