Tamy Tazi – la Regina dei Caftans
“Tamy Tazi crea con il suo personalissimo tratto l’abito marocchino contemporaneo: dal caftano delle grandi occasioni a quello per la vita di tutti i giorni, dalle djeballa (tuniche) al selham (mantello), dalle giacche ai seroual (i pantaloni larghi e sbuffanti con il cavallo basso). I suoi modelli compendiano due grandi tradizioni che resistono entrambe al passare del tempo: la “haute couture”, di cui Tamy Tazi si è occupata a lungo come rappresentante di Yves Saint-Laurent per il Marocco, e la tradizione culturale del Marocco, ma non quella emersa agli albori dell’indipendenza del paese con i suoi tenui bagliori di emancipazione femminile. Tamy Tazi svolge una ricerca più approfondita su un filone tradizionale molto più particolare, che riesce a liberare dal folclore e a rivitalizzare. Dalla fusione tra queste due vitali fonti di ispirazione, che si fecondano a vicenda secondo schemi articolati ma allo stesso tempo briosi, nasce un nuovo stile che si distingue sorprendentemente da entrambi i progenitori. Un libro interessante non solo per gli appassionati di abiti tradizionali del Nord Africa, ma per chiunque si interessi di ”cultura e moda etnica”
“Tamy Tazi crée avec son tronçon personnel de la robe marocaine contemporaine: caftan des grands événements de la vie de tous les jours, à partir de djeballa (tuniques) à Selham (manteau), de vestes à seroual (pantalon baggy et bouffantes avec le cheval ci-dessous). Ses modèles incarnent deux grandes traditions qui résistent à la fois le passage du temps: la “haute couture”, dont Tamy Tazi a longtemps occupé en tant que représentant d’Yves Saint-Laurent pour le Maroc, et les traditions culturelles du Maroc, mais pas qui a émergé à l’aube de l’indépendance du pays avec sa douce lueur de l’autonomisation des femmes. Tazi joue une recherche plus approfondie de l’histoire beaucoup plus particulier, qui parvient à libérer de folklore et de revitaliser. La fusion de ces deux sources d’inspiration essentielle, qui fertilisent mutuellement dans les modèles articulés, mais en même temps ludique, est un nouveau style qui se démarque de façon saisissante des deux parents. Un livre intéressant non seulement pour les fans de costumes traditionnels de l’Afrique du Nord, mais pour quiconque s’intéresse à la culture et de la mode ethnique. »
Un viaggio nella Cultura Marocchina, attraverso i suoi caftans, i suoi tessuti, i suoi colori
Con le sue creazioni, Tamy Tazi ha dato le sue lettere di nobiltà all’abbigliamento marocchino contemporaneo: caftani per cerimonie o interni, djellabas, selhams (mantelli), giacche e serouals… I suoi modelli sono all’incrocio di due tradizioni eccezionali, che hanno entrambi resistito alle pressioni del secolo
L’Haute Couture da un lato, a cui Tamy Tazi è stata a lungo vicina, rappresentando Yves Saint-Laurent in Marocco. E tutti conoscono i legami che lo stilista francese aveva con questo paese, fonte di ispirazione formale e cromatica. Il patrimonio marocchino invece, non più come si presentava dopo l’indipendenza del paese, con gli inizi dell’emancipazione femminile, ma riesumato nella sua ricchezza e singolarità, deflorato, valorizzato dal lavoro documentario, dalla raccolta di pezzi rari; e da lì interamente rinnovato. L’intersezione di questi due tipi di conoscenza (perché qui si tratta tanto di moda e seduzione quanto di tecnica) pone immediatamente il caftano sotto il segno della sovversione; l’uno semina l’altro con la sua grammatica tanto esperta quanto festosa, e produce uno stile identificabile tra tutti. Quest’opera consacra così il momento moderno. Non contento di innovare in un campo che era stato a lungo dormiente, ha fatto una fondazione: ricami e nuove forme che mescolano i paradigmi e aggiornano i criteri di eleganza e distinzione, reinterpretazione di schemi classici (di ispirazione vegetale o architettonica, e spesso destinati ad altri materiali) invenzioni soffiate da letture, viaggi, immersioni nei souk, reminiscenze dell’Andalusia, i Balcani, le mostre o le ultime sfilate parigine, il virtuosismo del colore (quando altrove è impoverito dall’impero del nero e da un funzionalismo indigesto), le fantasie che filano la loro linea errante, di cui talvolta capita di riconoscere qualche traccia a caso nelle medine e nel loro riciclo mimetico. .
Siamo lontani dagli effetti post-moderni la cui esuberanza e discrepanze possono adulterare la forma del caftano. Il design rimane classico. Siamo altrettanto lontani dalla rivendicazione purista dell’identità, che tornerebbe all’abito originale, con il suo ampio taglio a T (bisessuale come il kimono, cioè ignorando il femminile), i suoi ricami secondo le norme e i costumi regionali, i suoi ricchi tessuti che avvolgono silhouette corte e piegate come piacevano in passato. C’è una sottigliezza in questa snellezza e fluidità, in questi lampi d’oro intrecciato, questi cordoni, questi festoni, queste croci che arrivano in sarabande musicali per evidenziare il tessuto e raffinare l’insieme, una sottigliezza che esige di essere esplorata, spiegata, analizzata. Dobbiamo salutare l’unicità di un approccio che perpetua nella sua paradossale modernità un know-how che si sta perdendo. E per celebrare il gesto rotondo, preciso, umile e infinitamente perseverante della ricamatrice, riportando nel suo ciclo tutto lo spessore del tempo.
Foto © Graziano Villa
Multi-visione sul Marocco – ©Graziano Villa
Una bellissima photo-gallery con le musiche dei Berberi come colonna sonora; una serie di immagini affascinanti del deserto marocchino, dei Tuareg, i famosi “Uomini Blu”, foto di villaggi, dell’artigianato, di genti, immagini che ti portano indietro nel tempo….
Graziano Villa : Viaggiatore della Vita
“Il Fotografo è un Viaggiatore, un Navigatore. La fotografia per me è un meravigliosa “crociera” esistenziale. Ho navigato attraverso diversi “oceani” della mia attività, usando la macchina fotografica come una vela.
Ho iniziato “navigando” nel burrascoso mare del Reportage; ho attraversato quello snob della Moda; ho trovato ristoro nelle calme acque dello Still-life, e infine sono approdato in quello stimolante del Ritratto…ora ho iniziato un “percorso artistico” realizzando “Ritratti d’Architetture”...qual è la mia meta di questo “navigare”? Conoscere meglio il Mondo.”
Daniel Rey : Cittadino del Mondo
Daniel Rey, architetto di formazione con la passione per l’arte e i viaggi, ha iniziato la sua carriera come giornalista e reporter in Italia, per Dove, Gulliver e Bell’Europa. Ha poi lavorato per riviste prestigiose come FMR (Franco Maria Ricci), AD (Architectural Digest), Traveller Condé Nast e la famosa “City Guide” di Louis Vuitton. Il suo primo libro” Marrakech, vivere alle porte del deserto” è stato pubblicato nel 2005, seguito da Interni di “Svezia” e “Mauritius”, il tropico dell’armonia”. Nel 2007 “Galleria Vittorio Emmanuele”, nel 2009 “Caftani” e nel 2010 “Tamy Tazi, Caftani”. Fu allora che concepì una collezione di opere inedite dedicate agli interni delle più belle cantine del mondo, alla quale si dedica dal 2010.
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