di Alessandra Valli

Sostenibilità Ambientale: una parola che ricorre puntualmente, in tutti gli ambiti. Un impegno, un dovere, una scommessa per il nostro futuro. Sta a cuore a tanti, dovrebbe toccare tutti. Il mondo del cinema, del design, dell’arte si sono mobilitati da tempo per promuovere stili di vita adeguati, azioni che moderino l’impatto sul pianeta, campagne volte a risparmiare le risorse che la terra ci mette a disposizione, e che si vanno esaurendo.

Leonardo_DiCaprio

Attori e registi che si muovono nel campo dell’ecologia imperano su giornali e social: Leonardo Di Caprio, il cui impegno, concretizzatosi anche con molti documentari sul tema, è noto da tempo;

Emma Watson

Emma Watson, da anni ambasciatrice delle Nazioni Unite per l’empowerment femminile, è anche sensibile e attiva nella promozione di brand di moda ecosostenibili e cruelty free.

I Coldplay, capitanati da Chris Martin, sono una delle band più eco friendly, e hanno adottato misure green durante i loro concerti per ridurre le emissioni di carbonio, per esempio alimentandoli con biciclette e piste da ballo che producono elettricità, costruendo set di bambù e piantando un albero per ogni biglietto venduto.

Coldplay

Jaden Smith, figlio di Will Smith, è imprenditore di successo impegnato per il benessere del pianeta e la

Will and Jaden Smith

riduzione del consumo di plastica. E sono davvero solo alcuni esempi fra i tanti. Non mancano gli esponenti di casa nostra: Alessandro Gassmann ha scritto un libro a quattro mani con Roberto Bracalone, una sorta di autobiografia, con aneddoti artistici della sua vita, ma legati da un filo verde, e cioè il suo rapporto con la natura e con gli eroi che la difendono; Stefano Accorsi ha aderito all’appello degli scienziati del clima, che ha raccolto migliaia di firme in pochi giorni;

Anna Foglietta

Anna Foglietta è attenta da anni alle tematiche green, le sorelle Rohrwacher, lavorano con produzioni a basso impatto ambientale. Si, perché non sono solo i protagonisti dello schermo che mettono in

Alessandro Gassmann

gioco il loro volto, facendo da testimoni alla battaglia verde, ma proprio il mondo del cinema in toto, che da alcuni anni si impegna a creare una filiera sostenibile per realizzare i prodotti della settima arte. La tendenza muove i primi passi nel 2017, con il protocollo Green film, a cui le società di produzione possono aderire per attuare politiche ecosostenibili, con risparmio di emissioni di Co2 grazie all’utilizzo di energie rinnovabili, usando acqua di rete idrica, anziché le classiche bottigliette di plastica, con l’eliminazione delle comunicazioni cartacee, per esempio. Questi gli impegni del cinema, ma ovviamente anche nell’universo del design la parola sostenibilità è all’ordine del giorno, con interventi che talvolta incrociano i loro percorsi. Gli esempi di aziende che lavorano in questo senso sono innumerevoli. Di particolare rilevanza per originalità, qualità estetica, rigore, duttilità di applicazioni l’azienda marchigiana Diasen, nata, da una storia di famiglia, nel 2000 come startup green di Italsolventi, e oggi guidata da Diego Mingarelli. Il brand si occupa di materiali innovativi, biofisici e sostenibili; ossia, una selezione di biomalte e pitture formulate con ingredienti come sughero, calce, argilla e pietra pomice. Di recente, il marchio ha presentato un’installazione, Il bosco in una stanza, che rappresenta il suo concept , ideata dal designer Giulio Iacchetti: all’evento, in Sardegna, ha presenziato anche il ricercatore, artista e designer olandese trapiantato in Australia Joost Bakker, attivissimo in campo ambientalista, coautore di un documentario per Netflix sul tema, realizzato con l’attore Zac Efron. Il sughero impiegato da Diasen, estratto dalle sugherete sarde, conferisce alle malte e alle pitture prestazioni eccezionali e grazie alla sua struttura alveolare, agisce come isolante termico naturale, traspirante e fonoassorbente. L’applicazione di questi materiali di rivestimento è poliedrica e comprende residenze private, edifici storici, musei, sedi accademiche, infrastrutture pubbliche e si sono diffusi in 64 paesi dei cinque i continenti: e realizzazioni, tra le tante, come le metropolitane di Parigi e Mumbai.

La-raccolta-del-sughero

Giulio Iacchetti e Diego Mingarelli

Il bosco in una stanza di Giuilio Iacchetti per Diasen

Metr -di Parigi con-interventi di Diasen

Diego-Mingarelli, presidente-di-Diasen

Sempre nel campo dei materiali innovativi possiamo citare l’azienda biotech MycoWorks che ha presentato, con l’agenzia di design Paragone, nella mostra Mycelium Muse, nell’ambito di Design Miami, a Parigi, un nuovo materiale, il Reishi, tra la pelle e il tessuto, elaborato da funghi, che può essere trattato, tinto, stampato. Con esso varie designer, come Sophie Dries e Fanny Perrier, hanno realizzato oggetti dall’aspetto materico e naturale.

La collezione di Mycoworks nella mostra Mycelium Muse

Pouf di Marion Maelaender, di Mycoworks

Scrivania di Anna Le Corno, di Mycoworks.

E ancora, la collezione di Arredi Salto, di MAS Design che impiega, accanto all’alluminio, anche impasti con sabbie recuperate da materiali edilizi come cotto e marmi.

Sabbie, cemento e acqua nella Salto Collection di MAS Design.

Salto Collection di MAS Design

E le storie possono continuare. Significativo più nell’ambito formale, ma divertente e suggestivo il progetto Wash Less, ideato da Whirlpool con il brand d’arredamento Natuzzi e il designer Fabio Novembre: nasce da un oggetto iconico in tutte le case, la sedia dove si ripongono gli abiti nella camera da letto, abiti che non sono puliti, ma nemmeno così sporchi. Il pezzo è stato reinterpretato da Novembre, diventando una sorta di oggetto/scultura. L’interessante messaggio, all’insegna della sostenibilità ambientale, è quello di lavare meno abiti, e solo se davvero necessario.

Wash Less di Fabio Novembre con Whirlpool e Natuzzi

La sedia Wash Less, di Fabio Novembre, sito di Whirlpool e negozi Natuzzi Italia

E via discorrendo, citiamo il caso di La Cividina, marchio di arredo di design specializzata in imbottiti, che applica regole rigorose nella lavorazione, con, fra l’altro, scelta di materiali riciclati, tappezzeria sartoriale, con esclusione dell’uso di colle, facile da separare e smaltire, e filiera che sostiene l’economia locale, con artigiani che operano a pochi chilometri dall’azienda.

Momenti della produzione a la Cividina

Sedute la Cividina.

Un dettaglio della lavorazione a la Cividina

E sostenibilità al centro delle proposte al via a Milano presso CoFactory, la prima fabbrica urbana aperta a imprese, startup e designer realizzata da Designtech, l’hub di innovazione tecnologica supporta le aziende che operano in settori come arredo, costruzioni e real estate.

Le pareti green di Aura System.

Tra le startup, ricordiamo Aura System che realizza pareti verdi “respiranti” con la capacità di rimuovere un ampio range di inquinanti pericolosi per la salute caratteristici degli ambienti chiusi.

Un progetto di PUNTOZERO 3D

PUNTOZERO 3D, che lancerà una capsule collection di arredi innovativi. I prodotti, che spaziano dall’illuminotecnica alle sedute, saranno realizzati con materiali riciclati o riciclabili e prodotti su richiesta tramite un magazzino digitale, eliminando sprechi e riducendo l’impatto ambientale.

Seascaping di Paola Lenti_ph.by SergioChimenti

Seascaping di Paola Lenti_ph.by SergioChimenti

Last but not least, tra i tanti esempi di creatività al servizio dell’ambiente, il suggestivoallestimento Seascaping, che il marchio di arredi Paola Lenti ha realizzato per la Vip Lounge nell’ultima edizione di Artissima: uno scenario di sogno ispirato all’acqua, bene prezioso da non sprecare, realizzato con il brand di pitture ecologiche Oikos.  Tutti mobilitati, dunque, con un unico grande obbiettivo: migliorare la nostra vita, ma soprattutto, salvaguardare il nostro pianeta.

Alessandra Valli

Nasco a Milano, frequento studi classici. Mi laureo in lettere moderne, seguo corsi di disegno e decorazione. Vivo per alcuni anni tra Parigi e Milano, muovo i primi passi nel mondo editoriale, lavorando nelle redazioni di Harper’s Bazaar, Francia e Italia, negli anni splendenti della moda; e poi, per 30 anni, in quella di AD (Architectural Digest) Italia. Come giornalista, mi specializzo infatti nel campo del design e dell’arredamento: una passione mai spenta. E ancora, seguo corsi di recitazione, dizione, storia del teatro. Viaggio, leggo . E sogno ad occhi aperti.