Gli anni ‘60, ‘70 e ‘80 sono un tempo ormai lontano. Quando non solo non esistevano i social, ma anche i computer erano ancora molto di là da venire. Allora le celebrità entravano nelle nostre case attraverso le foto dei settimanali di costume e scandalistici, le copertine dei dischi, i poster e le locandine dei film.
Il compito ingrato, ma non poi così tanto, di fotografare i divi e le stelle del cinema e della musica era di stretta pertinenza dei paparazzi di cui il più famoso di tutti resta sicuramente Ron Galella. Per lui la parola ‘paparazzi’ meritava rispetto proprio per la verità e il realismo che il lavoro richiedeva.
Galella nasce a New York nel 1931 da padre italiano, originario della Basilicata, e madre italo-americana. La sua carriera inizia a metà degli anni ’60 con gli scatti ai grandi personaggi del suo tempo che riusciva a cogliere anche in momenti della loro vita quotidiana.
L’APPROCCIO PAPARAZZI
La sua tecnica consisteva nell’agire sempre di sorpresa e fotografare le stelle spesso a loro insaputa o contro la loro volontà. Si appostava per ore fuori le loro case, li spiava, li stanava e li inseguiva. Poi li riprendeva da soli o in compagnia, meglio ancora se in pose o atteggiamenti intimi e confidenziali. Immagini rubate dunque e scattate a raffica, nello sprezzo di ogni rischio, fisico o legale.
Nel libro “Le fotografie di Ron Galella”, pubblicato da Greybull Press nel 2003, il designer Tom Ford scrive:
“Ron Galella era un maestro della sorpresa. Andava in cerca di emozioni autentiche e di reazioni spontanee. Come designer di moda sono stato influenzato dalle sue fotografie lungo tutto il corso della mia carriera”.
Con base a New York si muoveva in tutto il mondo per catturare le sue prede con l’obiettivo. Praticamente ha fotografato tutte le stelle, le uniche due che non era riuscito a immortalare sono l’attrice Marylin Monroe e il magnate americano Howard Hughes.
PAPARAZZO SUPERSTAR
Vedere molte di queste stelle più da vicino in Italia adesso è possibile. Fino al 29 gennaio 2023, a Conegliano (TV), presso Palazzo Sarcinelli dove viene ospitata la prima retrospettiva al mondo su questo grande fotografo statunitense di origini italiane. Si tratta di un’importante mostra intitolata ‘Ron Galella: Paparazzo Superstar’, che presenta oltre 180 scatti del fotografo, scomparso il 30 aprile 2022 all’età di 91 anni.
Curata da Alberto Damian, agente e gallerista di Galella per l’Italia nonché suo caro amico, l’esposizione è organizzata e prodotta da SIME BOOKS in collaborazione con la Città di Conegliano. SIME BOOKS è la casa editrice locale che nel 2021, insieme allo stesso fotografo, ha pubblicato l’ ultimo libro, la preziosa monografia ‘100 Iconic Photographs – A Retrospective by Ron Galella’.
Visitare la mostra equivale a fare un viaggio nella memoria di un’epoca. Le stelle universali del cinema, dell’arte, della musica, della cultura pop e del costume brillano davanti ai nostri occhi in bianco e nero, a volte a colori.
UNA STORIA DIETRO OGNI FOTO
Il percorso espositivo si snoda attraverso diverse sale dove le fotografie sono state raggruppate per ‘temi’: le dive e i divi del cinema, i musicisti britannici e quelli americani, Andy Warhol, Jackie Kennedy Onassis, e così via. In visione anche un estratto di ‘Smash His Camera’ di Leon Gast, il documentario sulla lunga carriera di Galella, premiato al Sundance Film Festival del 2010.
Nella prima sezione non poteva mancare la sua foto più famosa. Quella di Sofia Loren radiosa al party della prima proiezione del “Dottor Zivago” nel 1965 a New York. La diva sgrana gli occhi nel tentativo di descrivere quelli di Omar Sharif, protagonista del film, che lei trovava particolarmente grandi e affascinanti.
Ron Galella era il decano dei fotografi americani e presenziava a molti di questi eventi mondani. Come quando nel 1974 capitò alla seconda cerimonia del conferimento del premio annuale alla carriera dell’ American Film Institute a Los Angeles. Fu proprio lì che scattò a due leggende della musica britannica, John Lennon e Mick Jagger, due vecchi amici che si ritrovano per caso in quella occasione, fotografati senza accorgersene. Una delle sue foto più vendute di sempre perché, secondo lui, ha il sapore della nostalgia.
LA SUA OSSESSIONE
Ma a Galella piaceva fotografare personaggi molto noti e star col suo stile inconfondibile, riprendendoli anche in momenti di vita quotidiana. Vestiti in maniera casual, senza trucco, a piedi scalzi, in pausa sul set. La sua vita pullula di piccoli aneddoti perché lui ogni tanto, quando non veniva malmenato, dialogava con le star che fotografava. Trovava mille trucchi e travestimenti per arrivare a fotografare i divi dell’epoca.
In esposizione c’è una sala interamente dedicata a Jackie Kennedy Onassis, alla quale il paparazzo aveva dedicato ben due libri. Era diventata la sua ossessione e fu lui che la scovò a cena in un ristorante con Aristotele Onassis. Di certo in mostra non poteva mancare una copia della famosissima ‘Windblown Jackie’, in cui la si vede mentre cammina per strada con i capelli scompigliati dal vento. Secondo la rivista TIME, lo scatto è “una delle 100 fotografie più influenti della storia della fotografia” che fu definita “la mia Monna Lisa” dallo stesso Galella.
Negli anni ’70 diventa famoso proprio per la causa che gli aveva intentato Jackie Kennedy. Dopo una serie di appostamenti lei disse alla sua guardia del corpo di rompergli la fotocamera ma Ron rispose che lui era un fotogiornalista e stava solo facendo il suo mestiere. Per questo motivo vinse la causa.
LA FOTO COL CASCO
Nel corso della sua vita Ron Galella ne ha combinate di tutti i colori perché lavorava, si divertiva ma soprattutto rischiava. Una volta, a Chinatown, Marlon Brando gli spaccò una mascella e cinque denti, facendosi anche male. Lui lo denunciò, poi in seguito si misero d’accordo per via extragiudiziale. Successivamente, a un altro evento dove c’era Brando, il fotografo sfodera la sua vena umoristica presentandosi protetto dal casco da football !
Come annota Alberto Damian:
“‘Ron Galella: Paparazzo Superstar’ è quindi solo un piccolo esempio, una sintesi – con tutte le sue limitazioni – della produzione di un fotografo unico ed irripetibile, che ci ha lasciato in eredità un archivio straordinario del costume dell’ultimo terzo del secolo scorso, attraverso immagini della vita pubblica e della vita privata di stelle tuttora amate in tutto il mondo”.
BIO Pop di Anna Amendolagine
Curatore indipendente, critico e giornalista vive e lavora tra Roma e Rimini. Ama stare a contatto con la natura, andare in bicicletta e portare il cane a spasso. Colore preferito il verde. La sua squadra del cuore è quella che gioca col cuore. Pratica estensivamente sia lo Yoga che la Dolce Vita.
La sua attività curatoriale comprende l’ideazione e la realizzazione di mostre, testi e cataloghi d’arte, rassegne ed eventi culturali in collaborazione con Istituzioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero. La sua è una dieta a base di pittura, scultura, fotografia, video, istallazioni, performance. Va matta per la street-art.
Membro della giuria o del Comitato Scientifico in diversi concorsi artistici.
Giornalista pubblicista e Addetto ufficio stampa ha pubblicato numerosi articoli di arte e cultura su riviste cartacee e online.
Tifa per l’Europa e ha ricoperto il ruolo di Coordinatore Tecnico Europeo per due importanti progetti culturali dell’Unione Europea : PETRA e LEONARDO.
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