Le più belle storie di Paperica
Questo volume, uscito in aprile, raccoglie per la prima volta le storie che nel corso del tempo ( 25 anni) hanno visto protagonista un personaggio davvero particolare. Si tratta di Vincenzo Paperica che altro non è che l’alter ego piumato del noto giornalista del tg 1, Vincenzo Mollica. Il suo personaggio disegnato ha la capacità di farci vivere straordinarie emozioni. Il disegno di copertina è stato appositamente realizzato da Giorgio Cavazzano (storico disegnatore di Topolino per la Disney Italia) autore della prima e di numerose altre storie che vedono protagonista Paperica. Il disegnatore ha aggiunto nella prefazione di Papershow qualche aneddoto su questa esperienza artistica che lo ha coinvolto: “Senza di lui non mi sarei mai seduto al tavolo da lavoro per disegnare cantanti e presentatori, attori, star e registi. Grazie a Vincenzo ho potuto perfino rendere delle illustrazioni le canzoni della grande, irraggiungibile, Mina. Sono felice di aver passato tanto tempo in compagnia di Paperica: questo personaggio ha saputo cambiare la mia vita in maniera incredibile. E mi ha fatto sognare.”
Vincenzo Mollica nel corso di questi 25 anni da Papero ha avuto occasione di incontrare personaggi dello spettacolo italiani e internazionali come Fiorello, Vasco Rossi, Mina, e ancora, Federico Fellini e Giulietta Masina oltre che, ovviamente, Paperino e Zio Paperone.
Nelle storie del volume vedremo il giornalista celebrare il Centenario degli Oscar con le icone del cinema: da Marilyn Monroe a Clark Gable, ma anche Totò.
Prefazione di Vincenzo Mollica
Ebbene sì, lo confesso: sono io l’uomo che visse due volte. La prima sul pianeta terra con il nome di Vincenzo Mollica, la seconda volta sul pianeta piumato con il nome di Vincenzo Paperica. In entrambe le vite sono stato un cronista: la prima volta per quarant’anni al Tg1, la seconda per 25 anni a Paperopoli.
Il primo che mi disegnò come un papero fu Andrea Pazienza, un disegnatore straordinario. Quel disegno rimase nascosto in una cartellina per circa 10 anni. Fino a quando la rivista Topolino mi chiese di scrivere una storia dedicata al centenario del cinema, un’arte che amo immensamente. Per realizzare questa storia a fumetti mi diedero la possibilità di collaborare con un artista che considero il Raffaello dei disegnatori disneyani: Giorgio Cavazzano. Correva l’anno 1995 e la matita di Giorgio mi fece entrare come una macchina del tempo nel tempo dei paperi. Ispirandosi al disegno di Pazienza, Cavazzano mi trasformò in un personaggio dei fumetti fatto e compiuto. Pronto a vivere nuove avventure con Paperino in una coloratissima Paperopoli. Il solo fatto di poter stare a fianco di Paperino in una storia a fumetti di emozionava. Insomma fu un grande regalo.
Nei panni di Vincenzo Mollica ho avuto la fortuna di potere intervistare Carl Barks, il vero progenitore di tutti i paperi disneyani. Era simpatico, gentile e aveva un bellissimo sorriso. Nella storia dell’arte papera, Barks è grande come Giotto e Cavazzano grande come Raffaello. A Carl chiesi la prospettiva mancante e cioè come ci vedevano i paperi, come guardavano agli esseri umani, mi rispose così: “I paperi si svegliano di buon’ora, fanno colazione, leggono i giornali e poi cominciano ad imitarci, per essere più precisi a parodiare gli esseri umani”. Una grande verità.
Fu così che il cronista Paperica portò Paperino, avventura dopo avventura, nei luoghi dove operava Mollica: la Mostra del Cinema di Venezia, il Festival di Cannes, il Premio Oscar, il Festival di Sanremo, il Premio Nobel per la Letteratura. Lo portò ad incontrare personaggi che sono storia dell’arte e dello spettacolo. Con alcuni di loro abbiamo condiviso delle storie da protagonisti come Mina, Fiorello, Vasco Rossi, Fabio Fazio.
Chi mi fece capire bene il senso di quello che stavamo vivendo fu una bambina di 10 anni che incontrai sul volo Venezia-Roma dopo la Mostra del Cinema. Viaggiava da sola con il suo cartellino di identificazione e il destino volle che il suo posto fosse accanto al mio. Quando l’aereo decollò, mi chiese se le prendevo lo zainetto che aveva nella capelliera. Glielo diedi e lei tirò fuori la copia di Topolino appena uscita con la storia di Paperino e Paperica alla mostra del cinema di Venezia intitolata: “Pedate da star”. La bambina la lesse d’un fiato, ogni tanto sorrideva. Quando finì di leggere, le chiesi se la storia le era piaciuta. Con un sorriso gentile mi disse: “sì”. A quel punto le dissi: “Lo sai che Paperica sono io…”. Dopo avermi guardato con perplessità in faccia, mi disse: “Tu non puoi essere Paperica!”. Aveva ragione lei, perché Paperica viveva nel mondo della sua fantasia. Per tutto il volo non mi disse più una parola. Prima di scendere, educatamente mi salutò e mi chiese: “Ma tu come ti chiami?”. Risposi: “Vincenzo Mollica”. E lei, tutta contenta: “Allora lo vedi che non sei Paperica”. Rise soddisfatta e se ne andò.
Ultima annotazione: amo questo libro che raccoglie le storie più belle di Paperica, lo considero una mia quasi autobiografia. Non so spiegare esattamente perché, ma così è.
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