La Nave più Bella del Mondo !
di Graziano Villa
La mia origine Genovese non è certamente una credenziale per poter parlare da un punto di vista tecnico marinaresco della “Nave più Bella del Mondo” : l’Amerigo Vespucci.
Ma il mio DNA di uomo nato sul Mare è sufficiente per poter fare almeno alcune considerazioni.
Tre sono i motivi che mi spingono a parlare dell’Amerigo Vespucci.
Il primo è che nel 2021 ricorre il suo 90° compleanno, essendo stata varata il 22 Febbraio 1931.
Il secondo motivo è che a Genova, il 15 ottobre 1931, ricevette la Bandiera di Combattimento, al comando del Capitano di Vascello Augusto Radicati di Marmorito.
Il terzo e ultimo motivo è quello che da il titolo al nostro articolo e, forse, il più importante.
Si tratta di un lontano episodio avvenuto il 12 Luglio 1962.
Durante la navigazione nelle acque del Mediterraneo, la portaerei USS Independence (CVA-62) si trovò ad incrociare l‘Amerigo Vespucci, alla quale il comandante Evan Peter Aurand ordinò di lanciare un messaggio luminoso : “Who are you” – (Chi siete?).
La risposta alla portaerei americana non tardò ad arrivare. Il Capitano di vascello Marco Revedin diede l’ordine di rispondere: “Questa è la nave di addestramento della Marina Militare Italiana Amerigo Vespucci”.
Il comandante della USS Independence replicò:“You are the most beautiful ship in the world”, ovvero, “La vostra nave è la più bella del mondo”.
Un bellissimo riconoscimento alla ingegno, all’arte e alla Cultura del Mare Italiana !
I suoi primi 90 Anni !
La Storia
Nella seconda metà degli anni Venti la Marina Militare Italiana affrontò il problema di rinnovare le unità destinate all’addestramento degli allievi dell’Accademia Navale. Lo Stato Maggiore ritenne che, nonostante lo sviluppo della nuova flotta fosse orientato verso una tecnologia sempre più avanzata, il “miglior” impatto con l’ambiente marino e la sua conoscenza fosse quello che si poteva apprezzare stando a bordo di una nave a vela, che del mare e del vento subisce maggiormente i condizionamenti e che degli elementi naturali richiede quindi la più vasta conoscenza. Del resto, già dal 1893 l’attività in mare per gli allievi dell’Accademia Navale veniva effettuata a bordo di una nave a vela, che portava anch’essa il nome di Amerigo Vespucci, un ex-incrociatore entrato in servizio nel febbraio del 1885 come Nave di 1ª linea, poi adattato a Nave Scuola.
Nel 1925 quindi, approssimandosi la fine della vita operativa del primo Amerigo Vespucci, per iniziativa dell’ammiraglio Giuseppe Sirianni, ministro della Marina, fu decisa la costruzione di due navi scuola, affidandone il progetto al tenente colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi, il quale, nel disegnarne le forme, si ispirò a quelle di un vascello della fine del Settecento/inizi Ottocento. La prima delle due Unità, il Cristoforo Colombo, entrò in servizio nel 1928 e fu impiegata come nave scuola fino al 1943; dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale fu ceduta all’Unione Sovietica in conto risarcimento danni di guerra.
L’Amerigo Vespucci, l’Unità più anziana in servizio nella Marina Militare Italiana interamente costruita e allestita presso il Regio Cantiere Navale di Castellamare di Stabia. Impostato lo scafo il 12 maggio 1930, è stata varata il 22 febbraio 1931; madrina del varo è stata la signora Elena Cerio. Consegnata alla Regia Marina il 26 maggio 1931, entrò in servizio come Nave Scuola il successivo 6 giugno, aggiungendosi alla gemella Cristoforo Colombo (in realtà leggermente più piccola), di tre anni più anziana, e costituendo con essa la “Divisione Navi Scuola” al comando dell’Ammiraglio Cavagnari.
Il 4 luglio 1931, al comando del capitano di vascello Augusto Radicati di Marmorito, nobile piemontese (che, con il grado di capitano di fregata, era stato l’ultimo comandante del precedente Amerigo Vespucci), partì per la sua prima campagna addestrativa in Nord Europa.
Al rientro dalla prima Campagna di Istruzione, il 15 ottobre 1931 ricevette a Genova la Bandiera di Combattimento, offerta dal locale Gruppo UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia).
Oggi
Il motto della nave è “Non chi comincia ma quel che persevera“, assegnato nel 1978; originariamente il motto era “Per la Patria e per il Re”, già appartenuto al precedente Amerigo Vespucci, sostituito una prima volta, dopo il secondo conflitto mondiale, con “Saldi nella furia dei venti e degli eventi“, infine con quello attuale.
Dal punto di vista tecnico-costruttivo l’Amerigo Vespucci è una Nave a Vela con motore; dal punto di vista dell’attrezzatura velica è “armata a Nave”, quindi con tre alberi verticali, trinchetto, maestra e mezzana, tutti dotati di pennoni e vele quadre, più il bompresso sporgente a prora, a tutti gli effetti un quarto albero. L’unità è inoltre fornita di vele di taglio: i fiocchi, a prora, fra il bompresso e il trinchetto, gli stralli, fra trinchetto e maestra e fra maestra e mezzana, e la randa, dotata di boma e picco, sulla mezzana.
Dalla sua entrata in servizio la Nave ha svolto ogni anno attività addestrativa (ad eccezione del 1940, a causa degli eventi bellici, e degli anni 1964, 1973 e 1997, per lavori straordinari), principalmente a favore degli allievi dell’Accademia Navale, ma anche degli allievi del Collegio Navale, ora Scuola Navale Militare “Francesco Morosini”, degli allievi nocchieri, nonché di giovani facenti parte di associazioni veliche, quali la Lega Navale Italiana, la Sail Training Association – Italia ed anche l’ANMI.
Oltre a numerose brevi campagne in Mediterraneo, effettuate per lo più nel periodo primaverile e autunnale, da quella del 1931 a quella del 2013 l’Amerigo Vespucci ha effettuato ben 79 Campagne di Istruzione a favore degli Allievi della 1ª Classe dell’Accademia Navale, di cui 42 in Nord Europa, 23 in Mediterraneo, 4 in Atlantico Orientale, 7 in Nord America, 1 in Sud America e 2 nell’ambito dell’unica circumnavigazione del globo, compiuta tra il maggio 2002 ed il settembre 2003, periodo nel quale la Nave è stata coinvolta nelle attività connesse con l’edizione della America’s Cup del 2003 in Nuova Zelanda.
Le Campagne di Istruzione, svolte nel periodo estivo, hanno una durata media di tre mesi e toccano per lo più porti esteri; durante tali Campagne, quindi, l’attività della Nave, eminentemente formativa-addestrativa, si arricchisce dell’aspetto di presenza e rappresentanza (quale la Naval Diplomacy), contribuendo ad affermare l’immagine nazionale e della Marina Militare Italiana all’estero.
Per quanto attiene l’aspetto formativo-addestrativo, agli Allievi imbarcati vengono impartite le norme basilari del vivere per mare, come pure le competenze più specifiche nei vari settori: marinaresco, condotta dell’unità (compreso l’utilizzo del sestante per effettuare il punto nave), condotta dell’apparato motore ed ausiliari, gestione delle problematiche di tipo logistico, amministrativo e sanitario. A tale scopo, oltre all’attività pratica, vengono organizzate conferenze e lezioni tenute dai membri dell’equipaggio più esperti; il livello di apprendimento viene poi accertato alla fine della Campagna a mezzo di verifiche scritte ed orali.
Ricordo di un ex Allievo
Difensore della bellezza.
Sarebbe bello, essendo un avvocato, essere ricordati come difensore della bellezza. Che presuntuoso sarei.
La bellezza infatti, dipende dagli occhi di chi la osserva : se hai del bello dentro, potrai scorgere il bello che vedi, senti, tocchi o mangi, se non lo hai dentro, non lo potrai individuare e goderne appieno. Purtroppo è questione di sensibilità e di formazione.
Immaginate tra la Toscana e la Liguria, in Versilia, un bambino di nome Francesco che gioca tra la sabbia del mattino. Una sabbia, quella del mattino, molto diversa da quella meridiana.
La prima è fresca, scura e compatta, la seconda caldissima, chiara e farinosa. Meno interessante.
La sabbia del mattino serve per creare forme di artigianato effimero e fanciullesco : forme di animali, di ancore, di stelle, di vulcani con fumaiolo funzionante e per cantierare piste da biglie.
Ora, sulle biglie, ci sarebbe solo da ricordare che esistono due tipologie di biglie da spiaggia : quelle nature e quelle professional. Le nature sono le alghe che diventano palline marroni che abitano il bagnasciuga, quelle professional si comprano all’edicola di fronte, imprigionate in reti di plastica e appese come il caciocavallo. Le professional sono di leggerissima plastica colorata, metà trasparente e metà colorata di blu, rosa, verde, giallo, rosso e bianco. La metà trasparente serve per vedere l’immagine che vive dentro di essa. Imprigionata nella pallina, anch’essa imprigionata nella rete, sta l’immagine sacra, il tuo alter ego del momento. Io ero Francesco Moser, sudato, maglia rosa, pallina azzurra. A volte ero anche Ayrton, sorridente, pallina rossa. Top così com’è la felicità : caduca.
Facile divagare. Scusate.
Quindi, una mattina d’estate, sotto l’ombrellone, Francesco assistette ad uno dei due eventi balneari per li lui memorabili.
Il primo evento.
Mia mamma mi avverte che sulla spiaggia tra il Cinquale e Vittoria Apuana (Forte dei Marmi) era successo qualcosa di unico. Era il 17 giugno 1988, arrivammo in spiaggia. Ricordo la folla e il nastro bianco e rosso in uso alla Capitaneria di porto. Eccolo, spiaggiato, dormiva per sempre un enorme capodoglio oggi al museo di storia naturale di Milano. Il mare quel giorno mi aveva insegnato che esistono creature giganti e nerissime. Davanti a me infatti c’era e c’è, il santuario dei cetacei. Nessuno a scuola che me lo avesse detto.
Nessuno. Una penisola con ottomila chilometri di costa e con una repubblica marinara, Genova, che ha prestato la sua bandiera all’Inghilterra e nessuno che in decenni di scuola ci abbia non dico fatto studiare, ma almeno abbia raccontato del mare.
Il secondo evento.
La spiaggia della Versilia. Vige una regola non scritta, che noi locali conosciamo, circa la posizione dell’ombrellone. Tralasciando in questa sede la posizione della tenda che è più complessa. Le file degli ombrelloni in Versilia sono un segno di distinzione. Avete in mente la formula uno ? In pole position ci sono gli ombrelloni che sfiorano la battigia, il resto lo capite da voi. Dico questo perché ebbi la fortuna di godermi un ombrellone in pratica sulla battigia. A volte le onde bagnavano i sandali e gli asciugamani stesi. Una mattina d’estate, impegnato in chissà quale attività, guardo l’orizzonte. Mi ricordo bene il luccichìo del mare e poi Lei. Quante dita che la indicavano, bagnini, mamme, babbi, bimbi, turisti tedeschi. Guarda, guarda : “ E’ l’Amerigo Vespucci !”.
Ricordo una cosa bella : ci siamo alzati tutti !
Un comportamento generato come da un subconscio collettivo, un momento di inspiegabile orgoglio, tutti in piedi.
Che emozione, lentamente si avvicinava e la mia vita sarebbe stata, da qual giorno, più bella.
Avevo un sogno in più. Erano le vele dei pirati. Era ed è una splendida realtà lunga oltre cento metri. Bellissima, perfetta, silenziosa. La nostra cattedrale sul mare.
Come ogni cosa bella, infatti inspira qualcosa di indefinibile per noi italiani. E’ quella cosa che ci fa alzare in piedi al suo passaggio. In Accademia Navale da allievo, molti anni dopo quella memorabile mattina, ho scoperto che aveva un gemello, il “Cristoforo Colombo”, che le vele erano proprio dello stesso materiale di quelle fatte dai pirati, di tela olona e che la Vespucci non esiste perché è iscritta come nave della Marina Militare e, per questo, si deve nominare al maschile : Il Vespucci o nave scuola Amerigo Vespucci e non la Vespucci.
Alla fine, i due episodi succitati, hanno contribuito ad essere quello che sono oggi : un avvocato che si occupa di demanio marittimo e penale della navigazione.
Difendere in fondo le cose più belle del mondo, il mare e la libertà.
Buon vento.
Francesco del Freo
Avvocato diritto penale della navigazione esperto di demanio marittimo
Tenente di Vascello – Assistente del Comandante Generale della Guardia Costiera a Roma
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