di Francesca Fabbri Fellini
La mia straordinaria mamma, Maria Maddalena Fellini, scomparsa prematuramente nel 2004, mi ha insegnato ad amare la musica classica. Adorava Mozart e Beethoven e mi raccontava che ascoltava, con il giradischi, alcuni dei 33 giri di questi straordinari compositori, che l’accompagnavano nelle sue faccende domestiche quando era incinta.
Mentre ascoltava ‘la Pastorale’ di Beethoven riusciva a fare un tuffo immaginario nella natura volando via dalla routine quotidiana sulle note suggestive di questa straordinaria musica.
Era fermamente convinta che ascoltare questa musica mi avrebbe fatto bene.
E aveva ragione. Moltissimi studi universitari oggi hanno dimostrato che l’ascolto della musica classica e di Mozart in particolare, stimola lo sviluppo emotivo dei piccoli, fin da quando sono ancora nella pancia della loro mamma.
In altre parole la musica classica ha un ruolo fondamentale nella crescita dei bambini.
L’ascolto di note e melodie genera, infatti, una serie di stimoli favorevoli per lo sviluppo emotivo dei piccoli, fin da quando sono ancora nella pancia.
All’età di sette anni, a Roma, con mia Zia Giulietta Masina (suo padre Gaetano Masina, era un violinista ed insegnante di musica) sono stata al mio primo concerto di musica classica con le musiche di Chopin, ‘il poeta del pianoforte’. Il suo Notturno mi rimase impresso e resta ancora oggi uno dei miei brani preferiti per la sua capacità di esprimere emozioni profonde senza tempo attraverso la musica.
La mia educazione musicale coincide anche con la mia educazione sentimentale, mi spiego meglio. Il mio partner, compagno di vita e di sogni, Graziano Villa (ideatore del nostro visionario Fellini Magazine) ha una passione profonda per le composizioni e le esecuzioni di autori che spaziano dal periodo barocco, classico, romantico e oltre.
Graziano apprezza la bellezza delle opere di compositori come Bach, Beethoven, Chopin, Korsakov e tanti altri. Trova piacere ed emozioni nell’ascoltare le loro sinfonie, concerti, sonate e opere mentre lavora al computer, impaginando il nostro web magazine.
Insieme andiamo spesso a concerti dal vivo, in teatri prestigiosi, ad ascoltare con grande piacere la maestria di orchestre e di solisti anche durante i nostri viaggi che, in seguito, diventano reportage sul nostro Fellini Magazine.
E proprio ad un concerto sull’Isola di San Pietro a Carloforte, abbiamo conosciuto dieci anni fa la straordinaria musica di Fabrizio Ferraro.
Fabrizio è un talentuoso chitarrista classico di Carloforte. Ha iniziato a suonare la chitarra all’età di 15 anni e si è specializzato nella chitarra classicaa 17 anni. In seguito si è diplomato in chitarra e successivamente in composizione con il massimo dei voti. Ha vinto diversi concorsi internazionali, tra cui il concorso Andrés Segovia in Italia. Oltre alla sua carriera di esecutore, Ferraro è anche compositore e ha collaborato con orchestre internazionali come la Budapest Scoring Orchestra e la Queensboro Symphony Orchestra. Ha partecipato a festival di chitarra in tutto il mondo, tra cui l’Hong Kong International Guitar Festival e il Guitar Days in Banska Stiavnica. È un esempio di come un talento locale possa raggiungere il successo internazionale.
E questo è un grande esempio da seguire per i giovani.
Fabrizio organizza ogni anno un” Festival della Chitarra Classica – Isola degli Sparvieri” a Carloforte, con l’aiuto del padre Mario Ferraro, invitando colleghi talentuosi da tutto il mondo. Questo evento è molto atteso e offre l’opportunità agli isolani e ai turisti di ascoltare esecuzioni straordinarie di musica classica per chitarra.
È un modo meraviglioso per celebrare la musica.
C’è un proverbio spagnolo che dice: “Per suonare bene la chitarra occorrono dieci anni per corda.”
Pablo Neruda dedicò un’Ode alla chitarra:
Sottile
linea pura
di cuore sonoro,
sei la chiarezza tagliata al volo:
cantando sopravvivi:
tutto se ne andrà tranne la tua forma.
E anche questa magnifica poesia:
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.
Una frase che trovo magnifica e illuminante.
Quest’anno io e Graziano siamo andati appositamente a Carloforte sull’isola di San Pietro, in Sardegna, nel mese di agosto, per partecipare alla due giorni di concerti del Festival Internazionale della Chitarra, del quale Fabrizio Ferraro è direttore artistico.
Abbiamo ascoltato il virtuoso chitarrista sardo Simone Onnis, noto per la sua eccellenza nel campo della chitarra classica.
Simone è uno dei più rappresentativi allievi di un altro leggendario monumento delle sei corde, il virtuoso venezuelano Alirio Díaz (scomparso nel 2016 all’età di 92 anni) di cui è stato assistente e partner per numerosi concerti in duo, così come Alirio Diaz fu allievo e assistente dell’indimenticato Andrés Segovia e suo successore all’Accademia Chigiana di Siena.
Onnis ha suonato nelle sale più prestigiose del mondo, tra cui la Carnegie Hall di New York, il Castello di Wolfsburg in Germania e il Teatro Nazionale di Minsk in Bielorussia.
È stato nominato ad ottobre di quest’anno per chiara fama direttore artistico del prestigioso Festival Internazionale di Chitarra Classica “Andrés Segovia” a Madrid, una delle Kermesse musicali più prestigiose al mondo.
Possiamo tranquillamente dire che la chitarra mondiale parla sardo.
Che dire del compositore e arrangiatore Manuel Alonso che ha inaugurato il Festival con un suo fantastico concerto. Il suo strumento principale è la chitarra ed è il primo messicano al mondo a diplomarsi in flamenco, avendo conseguito il Diploma Superiore di Musica in Chitarra Flamenca presso la Scuola Superiore di Musica della Catalogna. Per alcuni la musica è solo un modo per liberare un po’ di energia, ma per Manuel Alonso è molto più di questo: è uno stile di vita.
E’ stata per me e Graziano una due giorni straordinaria dove a cena con questi concertisti divenuti “Amici di note”, abbiamo parlato di Andrés Segovia, uno dei chitarristi classici più rinomati a livello mondiale che anche se scomparso nel 1987 continua ad influenzare molti chitarristi classici oggi.
Gli ho domandato quali sono i paesi al mondo dove si studia la chitarra classica.Spagna, Italia, Stati Uniti e Giappone sono tra i paesi con numerosi conservatori e programmi di studio di alto livello per chitarra classica. La Spagna, in particolare, ha una lunga tradizione nella musica classica e molti studenti vi si recano per studiare con maestri di fama internazionale come Segovia.
A gara i Maestri ci hanno regalato le frasi celebri sulla chitarra che amava ripetere Segovia:
La chitarra è una piccola orchestra. Ogni corda è un colore differente, una voce differente.
Tra le creature di Dio due, il cane e la chitarra, hanno le dimensioni e le forme giuste per non essere separati dall’uomo.
Il consiglio che do sempre ai miei allievi è questo… La musica è come l’oceano, e gli strumenti sono piccole o grandi isole.
Fui maestro e allievo di me stesso e, grazie agli sforzi di entrambi, nessuno dei due fu scontento dell’altro.
Scegliete voi quella che vi piace di più e non mi resta che consigliarvi di ascoltare un brano del compositore Isaac Albeniz dal titolo: Asturias
– https://www.youtube.com/watch?v=9efHwnFAkuA
….eseguita dal Maestro Segovia, uno dei brani preferiti da Graziano.
Buona musica a tutti…..vi lascio con Beethoven:
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