di Anna Amendolagine
Nel Veneto, in una piccola area collinare della provincia di Treviso, si trova il Sito Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Per le sue caratteristiche nel 2019 il Sito è stato inserito dall’UNESCO nella sua lista del Patrimonio dell’Umanità. Un giusto riconoscimento per una terra dove l’interazione secolare dell’uomo con l’ambiente ha creato un paesaggio culturale unico al mondo.
L’anima di questa terra dalla ineguagliabile geografia, bene preziosissimo per la comunità, tessuto agricolo e produttivo ha toccato il cuore di molti artisti, scrittori e poeti. I quali, grazie alla loro capacità di tradurre in materia un’esperienza di bellezza, hanno riportato nel loro lavoro le tante suggestioni che questi luoghi hanno loro ispirato. Di un trevigiano doc come Giovanni Comisso troviamo scritto nel libro “Veneto felice” del 1984:
“Io vivo di paesaggio, riconosco in esso la fonte del mio sangue. Penetra per i miei occhi e mi incrementa di forza. Forse la ragione dei miei viaggi per il mondo non è stata altro che una ricerca di paesaggi, i quali funzionavano come potenti richiami”.
Secondo quanto nota Fabio Chies, sindaco di Conegliano, in qualità di eredi occorre assumersi il compito di preservare e tutelare tale patrimonio naturale affinché il mondo intero lo possa conoscere e ammirare. Ed il compito di trasmettere i profondi valori identitari suscitati da questi luoghi spetterebbe anche all’arte.
Così con l’intento di unire l’attenzione e la tutela del paesaggio con l’espressione artistica, le Colline del Prosecco sono diventate le protagoniste assolute di una importante iniziativa. La mostra intitolata“Le colline a colori. L’arte del Patrimonio Unesco”, curata da Lorena Gava con l’organizzazione de La chiave di Sophia, ospitata nelle sale di Palazzo Sarcinelli, a Conegliano fino al 26 giugno 2022.
LE COLLINE A COLORI
In esposizione oltre 40 opere di autori simbolo del panorama storico veneto. Tra pittori, fotografi, mosaicisti e ceramisti, gli artisti raccontano e riassumono le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, terra straordinaria, generosa di frutti, di piante, di dimore antiche e di edifici sacri. Tante prospettive diverse cheoffrono molteplici punti di osservazione, di riflessione, di indagine e di ricerca.
Della mostra è stato pubblicato l’omonimo catalogo “Le colline a colori. L’arte del Patrimonio Unesco”, curato dalla casa editrice coneglianese Nodo Edizioni, già autrice di volumi di interesse storico-artistico del territorio. La mostra è promossa dal Comune di Conegliano e dall’Associazione La chiave di Sophia, patrocinata dalla Regione Veneto, dalla provincia di Treviso e dai 14 Comuni del territorio Unesco.
Pittura, scultura e fotografia. Ogni artista col proprio stile e il proprio linguaggio ha rappresentato attraverso segni, colori e materiali un momento particolare e un pezzo di questa terra straordinaria. Dalla figurazione all’astrazione, ovvero a interpretazioni più libere dove la percezione estetica diventa trasfigurazione astratta ed emozionale. Spiega la curatrice della mostra, Lorena Gava:
“La mostra è un tripudio di colori, di scatti fotografici, di panorami e scorci in cui non manca l’autorevolezza del bianco e nero accanto alla ricchezza delle varie tecniche espressive che speriamo possano coinvolgere lo spettatore, interrogarlo sui luoghi, sfidarlo sulla riconoscibilità di presenze fisiche uniche al mondo”
Tanto per orientarsi, il percorso espositivo si apre con una grande mappa verde. Su di essa vengono segnalati, con numeri abbinati ai titoli delle opere, i luoghi specifici del patrimonio collinare che hanno ispirato gli autori o dai quali hanno preso l’idea .
IL RACCONTO DELLA BELLEZZA
Il racconto delle bellezze del territorio del prosecco continua con gli scenari naturali legati alla diversa urgenza e sensibilità espressiva di ciascun artista. Ognuno coltiva il rapporto indissolubile di uomo e natura mediante la dinamicità del gesto e del colore vibrante. Materia, tagli di luce, volume e teatralità. Atmosfere rarefatte spesso pervase da tenui cromie si alternano a un lirismo interiore fortemente evocativo. Armonia prospettiche al tonalismo veneto. Rigorose geometrie a leggerezza e trasparenza.
Tanto per fare qualche esempio, c’è chi, come Vittorio Marchi innamorato del paesaggio veneto, dipinge ‘en plein air’ girovagando alla ricerca di nuovi spazi e orizzonti. In Elisa Panfido il tema della natura occupa un posto centrale nel suo variegato immaginario poetico. Luce e segno accompagnano la pittura aniconica di Silvio Gagno dove il dialogo con la natura diventa, vibrazione cromatica, spesso ipnotica e magnetica, carica di forza e di tensione. Nel quadro a olio di gusto fiammingo di Luciana Vettorel Ghidini il paesaggio, che giace sullo sfondo, esalta la descrizione precisa di oggetti intrisi di ricordi potenti e suggestivi. Mentre le fotografie di Francesco Galifi, impostate sulla ricerca dell’equilibrio tra luce, forma e colore, tendono a restituire l’aspetto più emozionale insito nell’ambiente naturale.
TEMI, TECNICHE E MATERIALI
Nelle opere si susseguono senza sosta vedute e paesaggi, colli e colline, con la neve e senza, strade, casolari e aziende vinicole, laghi, castelli e isole felici. Incroci di linee e di luci. La vite in tutte le sue declinazioni: grappoli d’uva, vigne, vigneti, filari, vendemmia. Passano le stagioni, i giorni e gli elementi atmosferici: inverno, autunno, al mattino o verso sera, cieli e nuvole, vento e sole. Animali occasionali: il pettirosso, il cane, lo scoiattolo e mandrie in transumanza. Brillano i colori in movimento: il verde nelle sue infinite sfumature, il giallo oro e le svariate tonalità della terra.
Anche le tecniche e i materiali utilizzati si distinguono per la grande varietà. Olio, acrilico, tempera e pastelli o tecnica mista su tela o su tavola. Puntinismo. Incisioni, acqueforti e punta secca, inchiostro su carta. Rete frattale, carborundum su lamiera zincata, mosaico, terracotta e maiolica.
Nel catalogo l’ Assessore alla cultura di Conegliano Chiara Piccoli scrive: “Le Colline del Prosecco vivono di colori e di luce, ogni stagione le veste di forme che nel rinnovarsi, custodiscono i segni lasciati dal passato, testimonianze indelebili di un’identità culturale che le rende uniche e memorabile”.
Non vi è dubbio che gli autori presenti in mostra abbiano saputo cogliere tutte le peculiarità di questo angolo di Veneto che, come museo ‘all’aperto’, è scenario di incantevoli storie e dipinti nonché fonte di ispirazione di bellezza e di poesia.
BIO Pop di Anna Amendolagine
Curatore indipendente, critico e giornalista vive e lavora tra Roma e Rimini. Ama stare a contatto con la natura, andare in bicicletta e portare il cane a spasso. Colore preferito il verde. La sua squadra del cuore è quella che gioca col cuore. Pratica estensivamente sia lo Yoga che la Dolce Vita.
La sua attività curatoriale comprende l’ideazione e la realizzazione di mostre, testi e cataloghi d’arte, rassegne ed eventi culturali in collaborazione con Istituzioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero. La sua è una dieta a base di pittura, scultura, fotografia, video, istallazioni, performance. Va matta per la street-art.
Membro della giuria o del Comitato Scientifico in diversi concorsi artistici.
Giornalista pubblicista e Addetto ufficio stampa ha pubblicato numerosi articoli di arte e cultura su riviste cartacee e online.
Tifa per l’Europa e ha ricoperto il ruolo di Coordinatore Tecnico Europeo per due importanti progetti culturali dell’Unione Europea : PETRA e LEONARDO.
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