La Strada, il film capolavoro di Federico Fellini quest’anno compie 70 anni (1954-2024).
La Strada segnò la consacrazione mondiale di Fellini e, con lui, di Giulietta Masina, salutata dallo stesso Charlie Chaplin a Londra, (dopo una proiezione davanti alla Regina Elisabetta II ), come la versione femminile del suo Charlot. E della Masina, Musa straordinaria dei capolavori felliniani, quest’anno ricorrono anche i 30 anni della scomparsa.
La Strada è una colonna sonora, una suite, che il compositore Nino Rota scrisse per l’omonimo film.
Con il film “La Strada” Fellini riuscì ad ottenere il successo sperato tanto che, nel 1957, vinse il primo dei suoi 5 Oscar, l’Oscar al ‘Miglior film in lingua straniera’ (l’Academy creò la categoria Miglior Film Straniero x assegnare il Premio) ed il Leone d’argento alla mostra del cinema di Venezia del 1954, 3 Nastri d’argento nel 1954.
La pellicola è stata inserita tra i 100 film italiani da salvare.
Il legame tra cinema e musica è tra i più potenti in assoluto.
Basta ascoltare poche note del tema della colonna sonora del film, per rivederlo davanti ai nostri occhi, ricordandone ogni sequenza. Nella colonna sonora, Rota passa di continuo dal piano terreno al divino esembra esser la principale via di comunicazione tra Cielo e noi uomini; come se un Dio silenzioso potesse parlare solo con le note.
La musica rappresenta, nei film di Fellini, una sorta di personaggio aggiunto, una presenza che si fissa nella nostra memoria al pari di una sequenza.
Il critico cinematografico del Sun Times di Chicago, Roger Ebert, era solito affermare che “i film di Fellini si potevano guardare alla radio”, tanto era significativa ed evocativa la musica di Rota.
Il legame tra i due artisti Fellini e Rota fu un legame alchemico. Nino Rota compose altre musiche per Fellini come I Vitelloni, Le notti di Cabiria, La Dolce Vita,Otto e mezzo, Amarcord, Il Casanova e molti altri. Fellini lo chiamava, l’Amico Magico.
La Strada è un balletto in un unico atto, tratto dall’omonimo film.
Le coreografie sono di Mario Pistoni, con musiche di Nino Rota.
Fu rappresentato per la prima volta il 10 marzo 1967 al Teatro alla Scala di Milano.
Per anni blockbuster della Scala.
La tenera Gelsomina, impersonata sullo schermo da Giulietta Masina, ha avuto alla Scala il volto di Carla Fracci, Oriella Dorella e di Alessandra Ferri.
I primi interpreti furono Carla Fracci (Gelsomina), Aldo Santambrogio (Zampanò) e lo stesso MarioPistoni (il Matto).
Nei primi anni Sessanta, in Italia, creare coreografie basate su una pellicola cinematografica era un esperimento ancora intentato. Per comporre il balletto fu chiamato Nino Rota, che già era stato l’autore delle musiche per molti film di Fellini. L’elegante impianto scenico ed i costumi furono invece progettati da Lucio Damiani.
Lo spettacolo ebbe un notevole successo fin dall’inizio e fu molto apprezzato anche dallo stesso Fellini. Replicato in tutto il mondo, è considerato uno degli esempi migliori di coreografia neorealista in Italia.
Ma veniamo ai nostri giorni.
Gelsomina : Alina Cojocaru – Zampanò : Mick Zeni – il Matto : Johan Kobborg
Il 25 gennaio 2024 al Sadler’s Wells Theatre di Londra, una delle più importanti ballerine del mondo, Alina Cojocaru, incantata dalla bontà ultraterrena di Gelsomina, ha portato in scena questa storia con la sua compagnia. Alina ha covato il desiderio di realizzare un balletto basato su La Strada di Fellini per diversi anni e il risultato di questo lento lavoro d’amore dimostra una notevole profondità di sentimenti per questo capolavoro cinematografico.
La Cojocaru è incredibile da guardare sul palco, volteggia come un Angelo che scivola nell’aria. Dà il suo cuore e la sua anima al personaggio di Gelsomina, personaggio giusto da interpretare per Alina, sia per le sue forme che per la sua innata capacità di esprimere la fragilità, interpretata con leggera curvatura del suo corpo, sempre sottomessa; triste, ma con gli occhi spalancati dalla curiosità e con una gioia momentanea delle cose semplici di tutti i giorni.
Una nota da sottolineare sono le performances dei due ballerini protagonisti maschili del balletto, entrambi pur avendo superato i 50 anni, a mio parere nelle loro performance ne hanno lasciati a casa 20.
Alina ha convinto a tornare sul palco, l’etoile Mick Zeni, artista scaligero unico, un grande interprete che ha saputo nel corso della sua lunga carriera, accendere di senso e significato ogni personaggio che ha interpretato. Un danzatore affascinante e sensuale dalla tecnica sicura e precisa e dalla sensibilità espressiva. Zeni nel 2006 alla Scala di Milano, con Alessandra Ferri nel balletto La strada, aveva interpretato il ruolo del Matto, mentre in questa coreografia ha il ruolo di Zampanò. Il partner di lunga data di Alina Cojocaru nella vita reale, Johan Kobborg, è invece Il Matto: agile, ironico e giocoso, ha esemplificato la leggerezza del corpo, il volo aereo, il movimento fluido e il gioco di gambe elegante.
La Strada è un film complesso, ricco di simbolismi, e la difficoltà di inserirlo in una narrazione danzata è notevole. Diversi aspetti chiave del film sono necessariamente omessi nella coreografia di Natalia Horečná, tanto che manca un certo flusso narrativo soprattutto nel finale.
Il medley di musiche tratte dal film originale e da altre partiture di Nino Rota (Il Casanova, La Dolce Vita, Il Gattopardo, I Vitelloni), a me è risultato incongruente.
Ricordo in conclusione che la danza da film è un fenomeno moderno molto diffuso in teatro, lo testimoniano i sold out di spettacoli come ‘Edward Mani di forbici’ (dall’omonimo film di Tim Burton) del coreografo Mathhew Bourne, che tornerà a maggio 2024 proprio al Sadler’s Wells Theater, un teatro a Londra con un auditorium da 1500 postri, dedicato solo alla danza. Il teatro si presenta in questo modo sulla sua pagina del sito : ‘Ci sforziamo di creare e condividere la danza che ispira tutti noi. Come una delle principali organizzazioni di danza del mondo, ci dedichiamo alla danza in tutte le sue forme e vi invitiamo a sperimentare tutto ciò che ha da offrire.’
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