di Graziano Villa
Personalmente, ho sempre ritenuto la copertina di “Wish You Were Here”, il nono album dei Pink Floyd uscito il 12 settembre 1975, uno dei lavori più interessanti realizzati nell’ambito della produzione discografica.
Il disco è una dedica a Syd Barrett, che ormai si era allontanato definitivamente dal team.
Storm Thorgerson realizzò uno dei lavori di grafica ed immagini più affascinanti perché contiene il concetto della “Cosmogonia”, la teoria dei quattro elementi naturali, che compongono la materia.
Il riferimento a quattro elementi (aria, acqua, terra e fuoco) è comune a tutte le Cosmogonie. Quasi tutte le discipline filosofiche occidentali ed orientali fanno riferimento a questa teoria, pertanto contengono il concetto di una stretta relazione tra il microcosmo umano e il macrocosmo naturale.
L’importanza dell’equilibrio degli elementi è alla basa della vita della specie umana e dell’esistenza dell’intero universo.
Fuoco, aria, acqua, terra: elementi naturali da cui trae origine ogni sostanza di cui è composta la materia. Su questa base è formulata la teoria dei quattro elementi naturali, la Cosmogonia, affrontata per la prima volta come teoria a partire dall’antica filosofia greca con Anassimene di Mileto.
Egli affermava che la realtà è formata dall’unione di questi quattro elementi.
Empedocle, Socrate e Aristotele successivamente approfondirono questo argomento. Una teoria affascinante, semplice e complicata allo stesso tempo poiché, così come l’incontro degli elementi può creare, così può distruggere.
I quattro elementi sono fuori di noi ma anche dentro di noi sia fisicamente che energeticamente.
Terra, Fuoco, Acqua, Aria
Gli elementi all’interno del simbolismo sono i componenti di base di tutto ciò che è.
I quattro elementi hanno una dimensione sia fisica che spirituale, sono al tempo stesso visibili e invisibili.
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La Terra rappresenta lo stato solido dell’esistenza, la vita primordiale, l’accoglienza, la stabilità. E’ l’elemento con cui siamo più a contatto, poiché è la nostra casa. La Terra è la base degli elementi, il loro fondamento, è il regno dell’abbondanza, della prosperità e della ricchezza.
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Il Fuoco rappresenta lo stato energetico, la temperatura, il manifestarsi, la trasformazione della vita. Il Fuoco è l’elemento del cambiamento, della volontà e della passione.
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L’ Acqua rappresenta lo stato liquido, il movimento, la fusione, il fluire e lo scorrere della vita. E’ l’elemento della purificazione, della mente subconscia, dell’amore e delle emozioni. Come l’Acqua è fluida, in continuo mutamento, da un livello a un altro, così anche le emozioni sono in costante stato di flusso.
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L’ Aria rappresenta lo stato gassoso, impalpabile dell’esistenza, l’energia vitale che nutre la vita, l’espansione, la leggerezza. E’ l’elemento dell’intelletto; è il regno del pensiero, che è il primo passo verso la Creazione. L’Aria è visualizzazione chiara, pura e trasparente, ed è uno strumento potente di cambiamento.
Durante lo studio dei quattro elementi Aristotele aggiunse poi il quinto elemento, chiamato quintessenza o etere che è composta dalla sostanza che permea tutto l’universo che oggi è spesso associata anche al Prana o Ki.
L’altro elemento geniale della copertina, è l’interazione grafica tra i quattro elementi naturali della Cosmogonia e i contenuti delle quattro immagini, che prendono vita in un formidabile gioco concettuale.
Nell’immagine che contiene i due manichini, uno è in fiamme e pertanto “il fuoco brucia” il bordo destro dell’immagine stessa.
Nella foto del manichino nel deserto con il disco in mano, Thorgerson fa un “buco immaginario” sotto di lui da cui “esce la sabbia”.
Nell’immagine bucolica del prato e degli alberi che si muovono al vento insieme al velo rosso, Thorgerson fa muovere i lati della stessa foto come se quest’ultima fosse un altro velo al vento.
Nell’ultima foto, quella con il nuotatore immerso nell’acqua, Thorgerson crea un “altro buco immaginario” da cui esce l’acqua.
Trovo questo lavoro geniale !
Pensate che 50 anni fa, non c’era Photoshop, ma c’era tanta creatività !
Vi auguro buona lettura e, naturalmente, buon ascolto di “Wish You Were Here”.
All my best !
Il Fotografo = Viaggiatore del Mondo
La mia macchina fotografica è il mio passepartout per il Mondo
Graziano Villa
Forse sarà la mia origine ligure, precisamente genovese, che mi spinge a vedere la mia professione come un viaggio, inteso come ricerca. Una continua ricerca. Ricerca come conoscenza !
Come Cristoforo Colombo, si fa per dire, ho “navigato“ attraverso diversi settori della mia attività professionale, circumnavigando in lungo e in largo, utilizzando la mia macchina fotografica come uno strumento, come una nave, per “approdare“ in diversi “lidi“ di questo nostro Mondo per conoscerlo meglio.
Continuando a parafrasare il gergo marinaresco posso dire di aver cominciato la mia professione navigando nel “burrascoso“ mare del Reportage; per poi attraversare quello “turbolento“ e snob della Moda; dopodiché ho trovato ristoro e riposo nelle “calme acque“ dello Still-life, per approvare infine a quello “riflessivo“ del Ritratto.
La mia formula esistenziale è un giusto miscuglio di tutto questo, e quindi un‘esperienza di vita meravigliosa ! Volete degli esempi ?
Bene, con il reportage ho viaggiato in lungo e in largo sulle jeep o sugli aerei da turismo la savana africana, la giungla sudamericana e gli immensi spazi del nord america; nella moda ho conosciuto delle donne stupende; nello still-life ho scoperto oggetti meravigliosi, antichità preziose, arredi incredibili e persone di particolare levatura culturale che lavorano in questo ambiente.
E adesso che realizzo ritratti di personaggi importanti nell‘ambito economico, politico e culturale, o di semplici artigiani, sono particolarmente entusiasta.
Ma al di là del risultato professionale, che è comunque importante, un altro aspetto gratificante è il diretto contatto con questi personaggi : il rapporto umano.
Per decenni ho ritratto personaggi di ogni genere, di ogni strato sociale e culturale, di ogni Paese del mondo. L’ho fatto per riviste importanti come “AD-Architectural Digest”, “CAPITAL”, “AMICA”, “CLASS”, “TRAVELLER”, “FORTUNE”, “VANITY”, ecc.
In questo mio peregrinare in ogni angolo del pianeta sono sempre stato affascinato dalle grandi architetture che l’Uomo ha costruito per lasciare nel Tempo traccia del proprio passaggio e della propria esistenza. I nomi di tali icone sono scolpiti nella memoria collettiva e continuano a testimoniare l’audacia dell’ingegno umano: la Torre Eiffel, la Muraglia Cinese, le Piramidi di Giza, le Torri Gemelle del WTC, tragicamente famose, quelle di Kuala Lumpur, il Big Ben di Londra, il “Big Boy”, appena fuori dall’aeroporto di Oslo, il Castello Sforzesco di Milano, i Fiori di Metallo della Défense a Parigi, e così via.
Anche a queste strutture ho dedicato una serie di “Ritratti d’Architetture”. E parlo di ritratti a ragion veduta perché, come nel ritrarre le persone, ho tentato di personalizzare questi Giganti, di sceverare e descrivere, amplificandola, la loro struttura grafica, ovvero la loro “anima”. Ho insomma cercato di restituire visivamente l’impatto emozionale che queste meravigliose architetture hanno suscitato su di me: un impatto altamente soggettivo e dunque non comune perché, alla fine, lo sguardo di ciascuno è comunque, sempre e assolutamente unico e inimitabile. Credo, spero di esserci riuscito.
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