di Luca Novelli
Per la cronaca mancano pochi anni al punto di non ritorno ovvero al giorno in cui non potremo far più nulla per attenuare i cambiamenti climatici innestati e allegramente implementati dalla nostra specie (https://climateclock.net ). Ma ecco che crolla un pezzo di roccia per l’azione innocente dell’Oceano e la cosa finisce su tutti i giornali. Sensi di colpa della stampa internazionale? Il fattaccio è accaduto del maggio scorso. Il pezzo di roccia eroso dal mare ha un nome altamente simbolico, si chiama Arco di Darwin ed è alle Galapagos, più precisamente a un chilometro dalla più sperduta e piccola isola dell’arcipelago, l’isola di Darwin.
È uno scoglio vulcanico emerso dal mare 500.000 anni fa, grande come una ventina di campi di calcio ma molto più accidentato. All’isola, come all’arco, in tempi recenti è stato dato il nome del naturalista inglese. In realtà Darwin nel suo Viaggio di un naturalista attorno al mondo, questo scoglio e questo arco non li ha neppure citati. Intorno all’isola l’Oceano Pacifico pullula di vita marina.
Non si può sbarcare, sia per mancanza di approdo sia per i divieti imposti dal Parco. Comunque grazie alla distanza dalle altre isole, sono poche le navi da crociera che si avventurano fin qui. Così le specie che la abitano – compresa una specie di fringuelli vampiro – hanno qualche speranza di sopravvivere alla mondializzazione e all’invadenza della specie dominante dell’antropocene. Per loro è una fortuna, perché sulle altre Isole delle Galapagos, nonostante i vincoli del Parco, turismo, agricoltura e la varia umanità che le infesta, hanno già fatto abbastanza danni e altri ne faranno, molto più gravi del crollo di un arco di roccia in mezzo al mare.
Le Galapagos sono un sogno per tanti, persino di Abby Beethoven Sciuto, il simpatico personaggio della serie televisiva NCIS che dorme in un letto-bara. Il problema per queste isole, simbolico baluardo all’annientamento della biodiversità, non è dei turisti ambientali come lei. Lo è la moltiplicazione delle attività umane che stupidamente distruggono i delicati habitat di queste isole.
Una pianta aliena, senza antagonisti ha occupato gran parte dell’isola di San Cristóbal. A Isabela e Santa Cruz, i gatti inselvatichiti portati dai nuovi residenti uccidono le iguane marine e tutto quello che si muove. Altre piante altri e microbi, introdotti dal bestiame allevato da agricoltori senza alcuna cultura ecologica, stanno sostituendo i delicati ecosistemi creati in milioni di anni.
Ecuador_Galapagos-Islands_Fernandina-Island_Iguana-di-Mare – ©-Graziano Villa
Nell’isola di Isabela nella spiaggia dove migliaia di iguane deponevano le uova ora un giovanotto affitta tavole da surf, sport straordinario che si può praticare con molta più soddisfazione in molte altre regioni del globo. Ma solo l’Arco di Darwin da notizia, anche se è un delitto senza un colpevole.
Per fortuna fa notizia anche il fatto che Leonardo Di Caprio ha promesso 43 milioni di dollari per finanziare il progetto di salvaguardia dell’Isola di Floreana. Le iguane rosa che vivono in quest’isola qualche speranza ce l’hanno. Le altre specie, compresa la nostra, non so.
- Le foto del reportage delle Isole Galapagos sono di Graziano Villa
Luca Novelli – Bio
Scrittore. Ecologo per formazione e convinzione, disegnatore impenitente, giornalista e autore TV. I suoi libri di scienze per ragazzi – la cosa che fa meglio e più volentieri – sono pubblicati in 28 lingue, compreso l’arabo, il farsi, il russo e il giapponese.
È nato a Milano. È vissuto per molti anni in quello che poi è diventato il Parco delle 5 Terre. Ora lo si trova nella sua città e sul Lago Maggiore.
Collabora con Rai, con il Wwf, il Centro di Cultura Scientifica Alessandro Volta, il Festival della Luce, musei e università. Dopo Il Primo libro sui computer (Mondadori, 1983) si è sempre occupato di divulgazione. Tra il 2005 e il 2009 ha compiuto quattro viaggi intorno al mondo per riscrivere il percorso fatto da Darwin a bordo del Beagle. Dal progetto sono nati i tre volumi In viaggio con Darwin (Rizzoli) pubblicati anche in Cina e Corea. Per Editoriale Scienza, nel 2000, con le biografie di Darwin ed Einstein, ha dato inizio alla serie Lampi di Genio. Oggi la collana comprende venti personaggi e ha dato luogo alla serie televisiva Lampi di genio in tv. Il 20° titolo della collana (Hawking e il mistero dei buchi neri, 2019) è stato pubblicato con il patrocinio della Hawking Foundation.
I suoi ultimi viaggi di ricerca lo hanno portato a occuparsi dei cambiamenti climatici e dell’origine di grandi antichi miti, come il Diluvio e i giardini dell’Eden
Un catalogo dei suoi lavori fino al 2010 era stato realizzato in occasione della Mostra retrospettiva fatta a Villa Burba, a Rho nello stesso anno.
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Sei uno scienziato? Me lo ha chiesto Marika, una ragazzina di 12 anni, durante uno dei tanti incontri in remoto della pandemia. No. Non sono uno “scienziato” cara Marika, io scrivo di scienza e dintorni. La parola “scienziato” è in uso solo dalla metà del secolo XIX. Prima si usava il termine “filosofo della natura” o “naturalista”, termine che mi è anche più simpatico e che indosso più volentieri. Uno scienziato fa ricerche sul campo e in laboratorio. Lo scienziato sperimenta, si avventura in territori inesplorati e scopre cose nuove. Galileo, inventore del metodo scientifico, era scienziato, senza ancora definirsi così. Forse lo sono stato anch’io molti anni fa, quando orbitavo attorno alla mia università dopo la laurea, ma da quando scrivo libri, studio e scrivo. Non sono attrezzato per fare esperimenti e non raccolgo dati di laboratorio. Divulgo il lavoro di altri, ( Divulgazione definizione ) di grandi e piccoli scienziati, di ieri e di oggi, racconto le loro storie, metto insieme informazioni in modo che il lettore possa condividere la loro passione e il loro entusiasmo. Certamente ripercorro i loro percorsi mentali, visito i luoghi dove hanno vissuto, condivido le loro emozioni. In qualche caso ho progettato ricerche inedite, con partner di tutto rispetto, come In Viaggio con Darwin o nel progetto Sri Lanka.
Cerco di raccontare tutto al meglio. Aggiungo le mie esperienze e le conoscenze di oggi. Comunque grazie a chi mi considera uno “scienziato”, anche se solo dei miei giovanissimi lettori.
Il Ponte di Adamo di Luca Novelli
È un diario, un’avventura della conoscenza ispirata da un racconto di Marco Polo nell’antica Ceylon, oggi Sri Lanka. Ma è anche una missione che sarebbe piaciuta a naturalisti come Charles Darwin e Alfred Russel Wallace. Percorre da sud a nord l’isola-nazione amata da scrittori come Aldous Huxley e Arthur C. Clarke, tra città strappate alla foresta, antichi templi buddisti e siti paleolitici che hanno visto nascere l’agricoltura. Sottende un’inedita ipotesi sull’origine dell’uomo moderno e sul mito del Paradiso Terrestre. Suggerisce il segreto del parto indolore, riscopre la Foresta della Felicità e attraversa il mitico “Ponte di Adamo”. Non manca la sorpresa finale e l’incontro con una popolazione che vive in queste regioni da 34.000 anni.
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