Mente – Occhio – Cuore
Fanny non è solo una fotografa. Fanny è un’artista, al di là del mito dell’auto-celebrazione, dello yuppismo radical chic. Sin da bambina ha toccato e plasmato tutti i materiali alla ricerca della sua personale visione del mondo. Finché non si è imbattuta in una macchina fotografica. Questo piccolo oggetto meccanico nelle sue mani diventa personaggi curiosi, animali maestosi, sofferenze infinite, paesaggi onirici, accuse violente ma anche grandi atti d’amore.
La sua sete di giustizia la spinge verso il foto-giornalismo impegnato. Nascosta dentro l’armadio di una prostituta transessuale vede scorrere le miserie della politica dell’Italia degli scandali, nelle strade cammina cammina e raccoglie brandelli di un’umanità dissoluta o dimenticata.
La sua anima fanciullesca viene attratta poi dal mondo del cinema e della moda: lustrini, tappeti rossi e tanta ironia. L’ironia la usa anche quando incontra chi giocando con la propria identità sessuale segretamente si nasconde dietro maschere di trucco e malinconia. Ma è il Vaticano, quell’universo parallelo in costume che convive con la comunità del popolo, il centro del suo interesse fin da quando si è trasferita da Napoli a Roma. Fanny si intrufola in quel mondo come Alice nel Paese delle Meraviglie. Le toghe porpora per lei diventano giganti e poi subito dopo tutto diventa piccolo visto dall’alto, gruppi di suore, ombrelli colorati, la maestosità del bianco, miserie e grandezze. Un anello, una scarpa, ogni singolo dettaglio assume significato per lei. Gli americani la cercano: non hanno mai visto una visione così inedita di quel mondo.
©FANNY COLETTA; CITTà DEL VATICANO BASILICA DI SAN PIETRO 23 MAGGIO 2013 SOLENNE PROFESSIONE DI FEDE DELL’EPISCOPATO ITALIANO NELLA FOTO IL SANTO PADRE PAPA FRANCESCO CON I CARDINALI
Comincia viaggiare: Germania, Francia.
Si trasferisce sui Mari del Nord e si innamora di quelle terre selvagge. Ritorna a plasmare l’argilla come quando viveva sull’isola di Ischia. In un laboratorio nascosto in un bosco di conifere. Vento e caprioli selvatici. I pennelli, il caos apparente e una radiolina gracchiante diffonde le canzoni della sua amata Napoli. Crea soli dalle nuances accese, creature di fantasia, piramidi di invenzioni multiformi e fotografa distese lunari. Diventa ricercatrice di ambra, saliva preziosa di balene vissute nella preistoria dei tempi, che torna a galla nel mare dopo le tempeste. Costruisce gioielli carichi di energia.
Coraggiosa e intrepida sfida le difficili leggi del mercato e crea crea al di là di tutto e tutti, in un mondo triste dove l’arte è considerata ormai una futile suppellettile e pochi ne afferrano veramente il significato profondo. Fanny continua a nutrire le nostre anime.
Fanny Coletta
Innamorata della vita.
Adoro cucinare
À volte mentre scatto una foto piango.
Odio la menzogna.
So perfettamente chi sono e dove vado…
Ma ogni volta è come la prima volta…
Dimentico il mio nome
E mi perdo nei sogni.
Mi prendo per mano e mangio un pezzo di nostalgia con sopra tanta marmellata ai mirtilli.
Tra le tante passioni
A parte le scarpe….
I cani
L’amore per l’amore.
Mi chiamo fanny
Non so altro.
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