Chi è Desmond Morris
Desmond Morris è nato nel Wiltshire nel 1928, e si è laureato a Oxford con una tesi sul comportamento animale. È autore di numerosi saggi di etologia, zoologia e sociobiologia. La scimmia nuda è la sua opera più nota, tradotta in 28 lingue e ancor oggi letta e studiata in tutto il mondo.
Un bellissimo ricordo della nostra intervista a Desmond Morris, con Francesca Fabbri Fellini ed io, Graziano Villa
Antropologia della Casa
di Francesca Fabbri Fellini
D:Ognuno percepisce la casa a modo suo. Lei come intende il senso di abitare? Esiste?
E’ un bisogno innato dare un significato all’abitare? Come si è evoluto, se esiste questo sentimento?
R: Quando si parla di casa spesso si definisce il ‘nido d’amore’ degli sposi.
Ma in un certo senso è errato perché se ci pensate gli uccelli costruiscono il nido solo nel periodo riproduttivo, esclusivamente per dare rifugio ai piccoli. Nella nostra specie, la casa ha avuto uno sviluppo strutturale completamente diverso. La sua funzione continua a rispondere ad una serie di bisogni fondamentali: riparo dal clima e dalle intemperie, posto dove allevare i piccoli, area protetta in cui alimentarsi e difendersi.
Tutte queste funzioni rientrano nel concetto di casa. La casa è divisa in una parte pubblica ed in una privata.
Le case oggi sono molto grandi e diviene tutto più complicato. Con il nascere della prima civiltà umana è nata l’edilizia: si abita prima nelle grotte, poi nelle capanne, poi nelle tende, per arrivare ai palazzi dei giorni nostri. Così andò avanti per molto tempo, sino a che qualcuno ebbe un’idea intelligente che cambiò la forma della casa dell’uomo: da quella circolare si passò a quella quadrata fatta di mattoni con 4 pareti e questi moduli si moltiplicarono, di fianco e di sopra la struttura originale, e, ad un tratto, nacquero le stanze, la casa come la conosciamo oggi.
Con la struttura primordiale della casa circolare, ampliare un’abitazione, sarebbe stato più difficile.
D: Come definirebbe la sua casa?
Per me una casa è sempre stata un luogo importante perché adoro collezionare oggetti che ho trovato nel mio girovagare per il mondo.
Ho viaggiato in 107 paesi differenti durante 268 viaggi.
Dove andavo, compravo tutto ciò che c’era di particolare in quel paese. Tutto qui intorno a me, in questo studio, sono ricordi dei miei viaggi. Per me la mia casa è il posto dove io mi sento circondato dai ricordi della mia vita.
A molti può sembrare troppo piena e in confusione, ma io amo sentirmi circondato dai miei 11mila libri.
Quando mi guardo intorno in questo studio è come avere i miei ricordi disposti sulle pareti, perchè sono libri che contengono gli argomenti che ho studiato nel corso della mia vita. La casa per me è molto di più del luogo dove dormo e dove vivo, è il luogo dove il mio cervello è più attivo. Dovete sapere che qui nel mio studio ho sempre scritto i miei libri. Non c’è altro luogo. Ho viaggiato tanto, come sapete, ho esplorato il comportamento animale ed umano, ma poi sono sempre tornato a casa a scrivere i miei testi.
La casa per me è un luogo della contemplazione.
Quando sono solo qui nel mio studio nella mia libreria, sento che posso far lavorare la mia immaginazione e posso rilassarmi. Smetto di preoccuparmi per il mondo che sta fuori. L’importante di una casa è che per un pò puoi chiudere il rumore del mondo fuori, e intendo non i rumori forti ma la Massa, trovando un pò di pace per far lavorare il mio cervello.
D:Come si è formata la sua casa? Nasce da un progetto o si è sviluppata nel tempo assecondando le sue passioni, le sue esperienze? Come ha scelto gli arredi, come li ha disposti? E i pezzi d’arte? E le curiosities da Wunderkammer? E i libri?
Circa 40 anni fa, quando stavamo vivendo a Malta nel Mediterraneo, decidemmo di tornare qui ad Oxford perché la mia Università era qui e io volevo fare il ‘ricercatore’. E così qui trovammo casa. Quando la comprammo, non avevamo idea che fosse una casa famosa, dove fu realizzato il dizionario inglese di Oxford, un’opera monumentale. Il lavoro di compilazione iniziò sotto l’energica direzione di Sir James Murray, in un fabbricato nel giardino, costruito appositamente. Fuori dalla casa ancora oggi è posizionato una cassetta postale speciale perché un sacco di posta andava e veniva.
Sir James Murray redattore del dizionario arrivò in questa casa a Oxford nel 1885.
La casa che comprammo con mia moglie era meravigliosa ma i miei libri diventavano sempre di più non c’erano abbastanza stanze allora fummo fortunati perché di fianco a noi c’era un vecchio cottage dove tenevano i cavalli, insomma una stalla. Il mio studio dove siamo seduti ora era la stalla. La comprammo e decidemmo di estendere la casa sul retro e costruimmo un corridoio tra la casa e lo studio. Così io sto con mia moglie Ramona nella casa dove dormiamo e mangiamo e dove viviamo insieme e poi passo dal corridoio e arrivo nel mio mondo: lo studio, la mia libreria. Tutte le volte che ho avuto una casa ho cercato sempre di ingrandirla e di farla più interessante. Diventa qualcosa di molto personale che io modifico.
Il design è tutto mio. La mia idea è che la casa più è personale, più è funzionale, diventando un’estensione del proprio corpo.
Con questo concetto le pareti diventano un’estensione della mia mente, diventando parte di me. Sono venuto a vivere ad Oxford diversi anni fa. Oramai ci vivo da più di 40 anni. Fra pochi mesi compirò 90 anni e penso che questa sarà la città dove resterò per il resto della mia vita.
D: Quanto il suo essere pittore ha influenzato il décor della sua casa al di là, delle sue opere che ci sono?
Sono stato un pittore surrealista per più di 65 anni. La mia prima mostra risale al 1948 e l’ultima è del 2015. Quando ero giovane, in casa avevo solo i miei quadri. Ho abbellito la mia casa, per un periodo di tempo, anche con i dipinti di altri due autori. Ho raggiunto un’età dove i miei quadri sono quasi tutti venduti. Dovete sapere che dei miei 2000 dipinti ne ho tenuti pochi. Alcuni sono alle pareti del mio spogliatoio.
Ho venduto quasi tutti i miei quadri e di questo non posso lamentarmi.
D: Desmond ci parli del suo rapporto con il cibo.
Che ruolo ha la cucina nella sua casa? E’ un focolare come lo era per gli antichi?
Il cibo è sempre stato molto importante per me. Adoro mangiare. Io e mia moglie abbiamo trascorso sempre molto tempo per trovare i migliori ristoranti di pesce nei nostri viaggi nel mondo.
Adoriamo il pesce.
Nella nostra personale classifica ecco i 3 luoghi dove abbiamo mangiato meglio il pesce : uno in Nuova Zelanda, uno alle Barbados ed uno a Vancouver. Per quanto riguarda il mangiare a casa, dovete sapere che ci siamo sposati nel ’52.
Mia moglie Ramona è sempre stata la regina della cucina e tutte le sere mi preparava straordinari piatti. Non voleva che io oltrepassassi il confine del suo regno. Purtroppo ora si trova a combattere con una brutta artrite e mi dice:‘Desmond, ora sei tu che devi cucinare!’. Ed io le rispondo: ‘Ma tu non mi hai mai fatto entrare in cucina!’.
A 89 anni sto imparando a cucinare, attività che mi affascina.
Sto imparando il piacere di cucinare che non avevo mai capito prima.Oggi la cucina è mia. Ed essendo una persona anziana sto cominciando a scoprire l’importanza dei piccoli dettagli, non è importante il cibo ma come ridefinisci il cibo, insomma come lo presenti facendolo diventare speciale per il tuo commensale. Uno dei miei problemi è che ho una dipendenza dalla Mozzarella. A Napoli adoravo mangiare mozzarella di bufala, appena fatta. Ma quando la compravo per portarla a casa ad Oxford mi sembrava che il sapore non fosse più lo stesso. Dovete sapere che ho da poco scoperto che qui vicino hanno fatto un allevamento di Bufale. Così potrò comprare la mozzarella appena fatta e prepararmi una bella caprese.
D:Il ruolo degli animali nella sua vita e nella sua casa.
Io sono uno zoologo, pittore, scrittore ma nel mio passaporto alla voce professione c’è scritto : Zoologo.
Sono stato circondato dagli animali per tutta la vita sin da quando ero giovanissimo.
Non sono mai stato attratto dagli animali carini come dei cuccioli, ho sempre amato, rane, rettili ed anfibi. Ero solito avere volpi come animali da compagnia e tutte le volte che mi hanno invitato a fare la caccia alla volpe non ho mai partecipato.
Sono stato curatore dei mammiferi dello Zoo di Londra, il più antico zoo scientifico del mondo.
Allora bisognava prendersi cura di 300 specie diverse,lavoro emozionante.
Scrivi un commento