Il Cinema di Federico Fellini
di Francesca Fabbri Fellini
Rinasce a Rimini il Cinema Fulgor dove Fellini vide il suo primo film e che gli diede più di uno spunto per il suo film “Amarcord”, uno dei suoi grandi capolavori. A curarne l’allestimento è stato lo scenografo Dante Ferretti, tre volte premio Oscar, che per il regista romagnolo disegnò il set décor di sue cinque pellicole. Pensando a quando andava al cinema, Federico Fellini diceva : “Come in un ventre materno, stai al cinema fermo e raccolto, immerso nel buio, aspettando che dallo schermo ti arriva la vita. Al cinema bisognerebbe andare con l’innocenza del feto”.
Era così nella Rimini della sua fanciullezza dove nacque nel 1920, era così al Fulgor, la sala riminese dove a sei anni vide il suo primo film seduto sulle ginocchia del papà: “Maciste all’Inferno”. Così Fellini raccontava quell’esperienza in un’intervista: “ …..”C’era un omaccione semi nudo, una specie di facchino all’Inferno,ed era un inferno affascinantissimo popolato da donnone con gli occhioni bistrati dai seni generosi.
Credo che, quell’immagine di queste abitatrici infernali che cercavano di concupire Maciste che parlava muovendo le sopracciglia, sia il debito vero che ho con il Cinema, perché in tutti i film rimetto sempre quel tipo di donne lì: formose ed affascinanti. Posso dire che è il film che mi ha influenzato per sempre”. Da adolescente, durante gli anni ’30, Fellini era solito mercanteggiare con il padrone del Fulgor: lui gli cedeva i suoi “scarabocchi” – i volti delle star americane, che già indicavano la sua attitudine al disegno, alla caricatura: più tardi, si trasferì a Roma, divenne uno dei vignettisti della rivista satirica “Marc’Aurelio” – l’altro gli garantiva la visione gratuita delle pellicole di Hollywood. Un sogno ad occhi aperti per il futuro regista: tanto che per “Amarcord” volle ricostruirlo fedelmente nel “suo” Teatro N. 5 di Cinecittà. Fulgor, come nome legato ad una sala di proiezione riminese, è cosa del 1914: solo nel 1920 s’insediò nell’attuale sede di Palazzo Valloni in Corso D’Augusto ristrutturata allora dall’ingegner-poeta-pittore Addo Cupi (1874-1958). Quest’anno, poco meno di un secolo dopo, il Fulgor è tornato all’originale…fulgore grazie al restauro condotto dall’architetto Annio Maria Matteini, con gli interni firmati dallo scenografo tre volte Premio Oscar Dante Ferretti, che di Fellini ha condiviso il genio visionario ben 5 film, da “Prova d’Orchestra” (1979) all’ultima opera del Maestro, “La Voce della Luna” (1990). L’intento di Ferretti è stato quello di trasformarlo in un luogo cinematografico magico. Una sala “romagnola-hollywoodiana” capace di evocare sia i locali cinematografici dell’America degli anni ruggenti, sia l’atmosfere divesche che il giovane Fellini aveva il modo di assaporare quando sul grande schermo recitavano le star hollywoodiane. A occuparsi dei dettagli concreti dell’invenzione di Ferretti è stata un’eccellenza internazionale nel campo della conservazione, del restauro e della creazione di apparati scenografici : lo Studio Forme di Roma. Di sua produzione sono gli stucchi e arabeschi con le Veneri nude, ma pure gli elementi decorativi “pavoneggianti” e le grandi cornici vuote color oro. Un luogo unico, dunque, il “nuovo” Fulgor, che ha contribuito a far di Rimini uno dei “100 places to go 2018” secondo il New York Times.
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