La condanna della consuetudine
Regia di Andrea Walts
Testo di Francesca Fabbri Fellini
E’ il 1982, sul grande schermo tutti guardano ‘E.T. l’extraterrestre‘.
Il film di Steven Spielberg, uscito l’11 giugno di quell’anno, realizzò i maggiori incassi nella storia del cinema fino ad allora, riuscendo a scalzare nella classifica un altro classico della cinematografia di fantascienza, ‘Star Wars’ di George Lucas.
Ha detenuto a lungo il record di film con il maggior incasso di sempre.
“E.T.” nel 1983 ottenne 9 nomination agli Oscar e ne vinse 4 : miglior colonna sonora originale, migliori effetti speciali, miglior suono e miglior montaggio sonoro.
Quest’anno si celebrano i 40 anni di quella pellicola memorabile pellicola che con il Mago di Oz e Peter Pan, potremmo rivedere all’infinito ricordandoci la verità dell’amore e dell’amicizia.
Conoscendo l’attore italiano (che allora aveva solo 10 anni), che doppiò Eliot il bambino protagonista del film, ho pensato che fosse bello intervistarlo, parlando con lui dei suoi progetti lavorativi.
Sto parlando di Giorgio Borghetti, (romano classe 1971) attore, doppiatore, direttore di doppiaggio e produttore.
Ha una forte passione per la montagna e avrebbe voluto trasformarlo in professione diventando maestro di sci. Dichiara che lo sport gli ha insegnato ad incassare le sconfitte della vita.
Protagonista di numerose serie di successo da ‘Incantesimo ad Un posto al sole.
Con il regista Andrea Walts ha deciso di interpretare e co produrre il cortometraggio Captain T tutto interpretato da doppiatori. E’ il suo modo di rendere omaggio al mondo delle voci nell’ombra, che tanti anni fa l’ha tenuto a battesimo, proprio con il doppiaggio di “E.T.”.
Che cosa significa essere un doppiatore di successo? Donare definitivamente la tua voce ad un’altra persona. Scindere da se stessi, uno dei tratti più personali dell’essere umano, perdendone definitivamente la proprietà. Tommaso è la voce di Captain T, il supereroe cinematografico più famoso del pianeta.
Chi è Andrea ‘Walts’ Valsania ?
E’ nato ad Albenga solo per motivi ospedalieri nel 1991, ma la sua città è Finale Ligure alla quale è molto legato. Non ha seguito le orme paterne, iscrivendosi a medicina.Il papà è un famoso cardiochirurgo.
Quando è uscito “E.T”. non era ancora nato.
Il suo cognome è Valsania, ma i parenti americani da parte di mamma, lo chiamavano sempre ‘Walts’ e così è diventato Andrea Walts. Suona bene come nome d’arte!
A 31 anni, recita, scrive sceneggiature con la sua compagna, fa il regista, il doppiatore e il produttore. Un talento poliedrico dalle 1000 sfaccettature, del quale sentiremo parlare.
Con Giorgio Borghetti aveva portato in scena nel 2018 lo spettacolo ‘INTO THE DUST’ la vera storia degli eroi dell’11 Settembre.
Ma conosciamolo meglio in questa intervista con Giorgio Borghetti.
Il loro rapporto di amicizia e collaborazione, dicono che sia come quello di Scorsese con de Niro……..
Giorgio Borghetti – BIO
Ho 51 anni e sono romano di 9 generazioni e quindi dipendente totalmente dalle mezze maniche alla gricia….ma i sette anni in cui ho vissuto a Bologna, città alla quale sono legato perché mio figlio vive lì, mi hanno fatto amare i tortellini, rigorosamente in brodo. Mi definisco uno sportivo prestato al mondo dello spettacolo! Amo tutti gli sport, prevalentemente lo sci, il mio sogno, che rimarrà tale, era fare il maestro di sci. Faccio il doppiatore da quando ho 7 anni, ora sono attore, doppiatore, direttore di doppiaggio, produttore e…..non finisce qui
Andrea Walts – BIO
Piacere, Andrea Walts. No, non sono americano. Gran parte della famiglia di mia madre però sì e questo cognome è solo il frutto del soprannome che mi hanno affibbiato i miei cugini d’oltreoceano. Intrapreso il sentiero artistico ho deciso di battezzarmi definitivamente così, ed eccomi qua. Sono cresciuto appeso alle pareti rocciose, Mamma, incinta di me, era in vetta al Monte Bianco, una tipa tosta, alla quale devo tutto anche il lavoro che faccio oggi! Ho praticato qualsiasi “sport estremo” ma l’arrampicata è la cosa che preferisco in assoluto. È casa.
Adoro mangiare ogni tipo di cosa, ma da buon ligure, se mi tagli le vene esce PESTO.
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