L’editoria è un affare di famiglia.
L’idea di dare vita a una casa editrice è stata di mio nonno Umberto.
Professore di lettere, è stato autore rigoroso e appassionato di testi letterari, linguistici e di didattica per Le Monnier, La Nuova Italia, Paravia, D’Anna fino a quando non ha deciso di fondare una piccola casa editrice tutta sua.
Da quell’esperienza – dopo un breve periodo come Panozzo-Pantanelli – mio padre Massimo ha creato, nel 1981, Panozzo Editore.
La famiglia, nelle sue declinazioni tradizionale e allargata, è sempre stata al centro di questa impresa.
Tommaso Panozzo
di Francesca Fabbri Fellini
Tommaso Panozzo è avvocato, esperto in diritto d’autore ed editore insieme al papà. E’ così Tommaso?
Sì, io sono di fatto nato e cresciuto nella casa editrice quindi è stato naturale ad un certo punto iniziare a collaborare in maniera importante con la casa editrice di famiglia proprio perché già a sette anni attaccavo i bollini ai libri, a nove già mettevo a posto i libri sulle bancarelle e a dieci vendevo da solo, quindi il ‘cursus honorum’ dal più basso andando su l’ho fatto più o meno tutte. Durante gli anni dell’università e poi della pratica forense ho lanciato una mia collana, quella degli itinerari quindi sono queste saggi sotto forma di guida per raccontare Rimini sia agli stranieri, sia ai forestieri ma anche ai riminesi stessi. Poi nel 2022 ho iniziato a lavorare presso la casa editrice insomma a collaborare in maniera più energica e dando anche un’impronta diversa al tutto.
Senti Tommaso, qual è il libro, il primo libro che mamma e papà ti hanno regalato il libro che ti è più caro della tua infanzia ?
Io devo dire una cosa, ho iniziato a leggere molto tardi ai tempi del liceo. Da questo punto di vista non sono mai stato un ‘enfant prodige’ della lettura. Sono passato addirittura con gli illuministi e con i post illuministi quindi ho iniziato in quegli anni lì e tra l’altro sono sempre stato molto più legato ai saggi che alla narrativa forse anche per influenza familiare in quanto noi di narrativa ne facciamo molta poca perché è quella che è più difficile da vendere proprio perché c’è un mercato sconfinato e quindi anche avendo un buon autore si fa molta fatica poi a proporlo al pubblico, invece il saggio siccome tu colpisci un pubblico determinato il tuo lavoro è tra virgolette soltanto comunicare a quel pubblico lì che quel libro esiste quindi è più facile crearsi una propria nicchia e poi lavorare
Essere editore oggi, editore della carta stampata, tu hai 30 anni è una mission impossible?
Beh è terribilmente difficile proprio perché il numero dei lettori si è abbassato sempre di più e soprattutto si fa molta fatica a coinvolgere le nuove generazioni, tranne le rarissime eccezioni che però ci sono, per carità il nostro lettore medio ha 50, 60 anni proprio a essere gentili proprio perché le nuove generazioni sono legate evidentemente ad un altro tipo di comunicazione ad un altro modo di apprendere e quindi si fa molta fatica non è sicuramente colpa del libro digitale come qualcuno dice perché anche i libri digitali non hanno sfondato come si credeva chi leggeva libri dieci anni fa continua a leggerli per lo più sotto forma di libro cartaceo un po’ per vezzo, un po’ perché il libro è bello tenerselo, è bello annusarlo, il libro digitale lo si usa soprattutto per svolgere certi lavori più a livello professionale, magari per dover trovare delle informazioni velocemente grazie alla ricerca automatica, cosa che non puoi fare con un libro tradizionale questo sì, però insomma avere una casa editrice oggi è molto difficile anche per motivi legislativi, cioè la legislazione nazionale, soprattutto europea regola l’attività di un’azienda piccola, come quella di una multinazionale più o meno allo stesso modo per alcune cose, basti pensare alla privacy è assurdo che la privacy è assurdo che la privacy a cui è sottoposta Tim sia analoga a quella a cui siamo sottoposti noi che abbiamo il nostro indirizzario di lettori affezionati a cui mandiamo e che delle volte quando io sono costretto a sottoporgli il modulo della privacy mi guardano come se fossi scemo dicendo che cos’è tutto questo, mi basta la mia e-mail, mi mandi la mail per sapere che ho la presentazione. La concorrenza essendo diminuita anche il numero dei lettori è sempre più spietata quindi è tutto molto difficile ma noi teniamo botta
Un libro è ?
Un libro è un modo per vivere più vite in una sola vita e questo vale sia leggendolo che scrivendo.
Mi ricordo una volta ad esempio che mi ero così immedesimato scrivendo un libro su La Mille Miglia, che un giorno, mi vergogno quasi a dirlo, per dieci secondi ho creduto di averla corsa, perché leggendo queste storie meravigliose di queste persone talvolta comuni che magari erano un dentista, un piccolo imprenditore, un albergatore, che per una notte prendevano l’automobile con cui portavano la moglie a spasso, partivano da Brescia in piena notte si lanciavano in questa corsa disperata nella quale incrociavano Ascari, Fangio, Marzotto tutti i grandi piloti dell’epoca era una cosa talmente bella, che per dieci secondi mi sono sentito un pilota anch’io.
Tra l’altro adesso sto lavorando ad una ricerca su Fellini e La Mille Miglia, sto cercando di ricostruire esattamente cos’era il passaggio della Mille Miglia a Rimini negli anni ‘20 e ‘30, quindi quella che Federico ha visto e che poi in maniera onirica è stata trasportata in Amarcord. Sto cercando in vari archivi della zona la documentazione esatta per ricostruire cosa voleva dire assistere alla Mille Miglia in quel momento e cosa necessariamente Fellini ha visto. E’ un libro che uscirà tra qualche mese.
Panozzo Editore, quali sono i titoli che ti stanno più a cuore in questo momento ?
Noi abbiamo al momento due collane che vanno molto soprattutto in ambito riminese: una è la collana microstorie e l’altra è la collana itinerari di cui ti ho parlato. Le microstorie sono appunto piccole storie, piccole tessere di un mosaico grande che è quello della grande storia universale che noi tutti conosciamo e che leggiamo, sono piccole vicende che però ti permettono di comprendere un determinato periodo storico una determinata situazione hanno quello spirito quella magia della storia che ti permette di tornare in quel momento lì esatto. Quest’anno abbiamo pubblicato Riminesi di Manlio Masini poi abbiamo pubblicato il mio sulla Rimini perduta che è una guida turistica impossibile alla ricerca dei monumenti ma anche dei ristoranti dei locali delle scuole che noi avremmo potuto vedere visitare facendo una passeggiata nell’estate del 1939 l’estate del 1939 è stata l’ultima estate di pace perché la guerra inizia il primo settembre dello stesso anno in Europa e poi l’Italia l’anno dopo entra in guerra quindi è l’ultima estate spensierata l’ultima estate in cui ci sono ancora i turisti stranieri e nella quale si poteva vivere quella magia di quella Rimini allora in crescita prima che la guerra la distruggesse completamente stiamo parlando dell’80% distrutta o completamente lesionata e poi venisse rifatta ripensata con il dopoguerra con la ricostruzione e poi lo sviluppo economico che ha portato alla Rimini che vediamo oggi
Senti, visto che parli di itinerari della Rimini Felliniana che cosa c’è nel vostro volume che possiamo condividere con i nostri lettori?
Abbiamo trovato la foto del Bar Raul quindi abbiamo una foto da fuori con tutti gli avventori che bevono, che sono in posa una foto molto bella tra l’altro notturna con la luce che viene da dentro che esce fuori dalle vetrine questa è sicuramente una chicca inedita che viene direttamente dall’Archivio Catrani questo ci è piaciuto molto poi chiaramente Fellini i suoi amici forniscono tutta una serie di dettagli interessanti sia dal racconto dei bar quindi dal caffè commercio che era in piazza Cavour ad angolo con via Gambalunga ma anche il bar della Stecca in Via Batarra dove sono scappati dal liceo, lo stesso liceo classico in Palazzo Buonadrata, che tra l’altro è stato dove abbiamo presentato il libro, quindi di riferimenti di accenni a Fellini ne sono stati fatti numerosi proprio perché quella lì era la sua Rimini infatti lui va via da Rimini nel 1939 e questa qui è proprio la Rimini del 1939 quella che lui ha chiaramente vissuto.
Rimini è una città che è scomparsa ma non è morta, proprio perché è una città che continua a parlarci, se noi prendiamo le polemiche cittadine degli ultimi vent’anni, numerosissime vertono sulla Rimini di allora quindi abbiamo il Teatro Galli che se andava ricostruito oppure no, che nome dargli, in che modo andava ricostruito, la statua di Giulio Cesare meglio la copia della copia o la copia della copia della copia oppure non lo so quando è stata ora di sacrificare i Giardini Ferrari per tirare fuori la Domus del chirurgo oppure il Lungomare meglio il Lungomare del Sindaco Gnassi o quello del Podestà Palloni.
Quindi è una Rimini tuttora vivente una Rimini che ci parla ed è una Rimini che noi per essere cittadini riminesi coscienti dobbiamo conoscere dobbiamo farci la nostra idea certo non dobbiamo essere nostalgici perché chiaramente è meglio vivere nella Rimini di oggi con modernità con libertà anche perché quella lì era la Rimini dei tempi del fascismo, però che noi dobbiamo conoscere per farci un’idea per poter insomma vivere in maniera più consapevole la nostra città
A chi non conosce ancora la casa editrice Panozzo che messaggio vuoi dare?
Dico che dovrebbe conoscere le nostre pubblicazioni perché noi siamo un po’ i custodi di una certa riminesità, noi da quasi 45 anni cerchiamo di tenere vivo il focolare di Rimini per usare un termine platonico, proprio perché noi riteniamo che tutta una serie di storie che di per sé potrebbero anche essere rilevanti nell’ambito della grande storia universale meritino di essere raccontate proprio perché sono guardiani di un modo di vivere di una cultura riminese che esiste che differenzia la città da tutte le altre e che rende Rimini unica ed è il motivo per cui noi l’amiamo e ci piace vivere qui magari sacrificando delle prospettive di carriera o qualcosa altro pur di vivere qui.
Tommaso, visionario trentenne cresciuto in una casa editrice, quale senti sia la tua missione?
La mia missione è quella di cercare di divulgare questo sapere ai più giovani, cercare di allargare sempre di più di rompere queste maglie che ci stringono che lasciano magari un certo tipo di storie un certo tipo di conoscenza legato o a determinate ceti sociali o a determinate fasce d’età, la mia missione, un po’ da visionario è proprio quella di allargare questo bacino e di farlo attraverso anche i mezzi della nostra generazione, insomma Panozzo Editore negli ultimi anni sui social ad esempio è molto più attiva riusciamo infatti a conoscere molte più persone attraverso questo e anche attraverso gli eventi proprio perché nel mondo di oggi per farsi conoscere bisogna essere molto attivi bisogna creare eventi bisogna coinvolgere persone bisogna anche collaborare con persone fuori dal proprio ambito molto spesso, fare rete è molto importante.
Tommaso Panozzo – Bio
Mi chiamo Tommaso e sono un avvocato esperto in diritto d’autore.
A diciannove anni mi sono iscritto all’Università di Bologna nel corso di diritto italo-francese: ho avuto la possibilità di studiare per tre semestri all’Università di Nanterre-Paris X, laureandomi in giurisprudenza in Italia e in diritto franco-italiano in Francia.
Durante il periodo della pratica forense, svolta in uno studio bolognese di diritto commerciale, ho iniziato a scrivere per alcune riviste giuridiche. La mia passione per la storia e per la mia città, Rimini, mi ha però spinto a dare vita a una collana di piccoli saggi sotto forma di guide, chiamata “Gli itinerari”: nel corso degli anni ho così raccontato le varie anime di Rimini, ho condotto i visitatori alla ricerca dei luoghi felliniani e per i vicoli del borgo di San Giuliano, dove sono nato.
Nel 2022, dopo il conseguimento dell’abilitazione professionale, ho iniziato a collaborare più attivamente con la casa editrice di famiglia, assumendo la direzione della collana “Saggi” e cercando di avvicinare la Panozzo Editore ai propri lettori, anche grazie all’uso dei social e all’organizzazione di conferenze e presentazioni in tutta la regione.
Dopo aver ascoltato il racconto di un amico che aveva assistito al passaggio dell’ultima Mille Miglia nel 1957, ho scritto “La corsa più bella del mondo. La Mille Miglia in Romagna”: la storia di come le rivalità tra Nuvolari e Varzi, Ascari e Fangio abbiano fatto nascere, nella mia terra, la passione per i motori.
A dicembre è uscito il mio ultimo libro: “La città perduta”.
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