di Veronica Crescente

Un eccesso di comunicazione non significa buona comunicazione. Nel bombardamento quotidiano di stimoli al quale siamo sottoposti si è persa la vera essenza del comunicare. Non è certo una novità: nei primi decenni del 900 la Bullet Theory o Teoria dell’ago ipodermico  (dall’inglese Hypodermic Needle Theory) si diffonde negli Usa. Al centro il pensiero per cui i mass media sono potenti strumenti pervasivi che agiscono direttamente su una massa passiva e inerte. L’atto del comunicare, nel corso del tempo, è quindi passato dall’essere azione agita ad azione subita perlopiù. Il moltiplicarsi dei media (compresi i social network) non ha certo aiutato in tal senso. Anzi: il paradosso è che si continua costantemente a comunicare ma si è persa la capacità di ascoltare e di ascoltarci. Il risultato è che molto spesso non ci si riesce a capire, e quando anche apparentemente sembra che questo avvenga, non si realizza nel profondo.

Il tema dell’incomunicabilità è al centro di una tra le canzoni più conosciute di Adriano Celentano, Prisencolinensinainciusol (1973, Ed. Clan). Un titolo che, anche cercando nel dizionario più completo, non esiste. Come è facile immaginare, considerando anche il periodo in cui è entrata nel mercato discografico, ancora vergine dal mondo social e dalla proliferazione di neologismi, ha suscitato non poco scalpore. La risposta da parte del pubblico e della critica fu multiforme: numerose e diversificate le versioni di coloro che cercavano di dare una spiegazione sul senso e sul significato e del titolo e della canzone stessa, per coloro che ne conoscevano di musica è stato facile notare la particolarità anche dal punto di vista della composizione basata su una sola nota, il Mi bemolle, e particolarmente vivace (per l’epoca assolutamente una novità) dal punto di vista ritmico. Un mix bizzarro per quel periodo ma vincente tanto che nel 1974 entrò nella top ten italiana, dal 16 febbraio al 29 giugno dello stesso anno. Non male anche il successo all’estero, in Francia conquistò il primo posto.

Nel frattempo si sprecavano le ipotesi sui possibili significati del titolo: oggi non avremmo difficoltà a pensare che dietro ci possa essere un’accurata strategia di marketing ad opera delle case discografiche. Di fatto, a sciogliere ogni dubbio fu lo stesso Celentano ospite dello show Rai Formula 2 nel 1973. E lo fece attraverso una performance che lo vide vestire i panni di un insegnante, davanti a lui alcune allieve tra le quali anche la moglie Claudia Mori. L’occasione per fornire la sua spiegazione fu data dalla domanda di una delle ragazze presenti, alla quale lui replicò:

“Io ho capito che oggi nel mondo non ci capiamo più. Proprio è difficile, non c’è dialogo ormai… E’ rimasto solo lo sguardo, un po’ afflitto. E quindi ho ritenuto opportuno fare una canzone sul tema, cioè sviluppando il tema dell’incomunicabilità… Noi non comunichiamo, siamo Incom come un vecchio telegiornale, che c’era prima… Signorina, stia in piedi. Ho voluto sviluppare questo tema lasciando come riferimento una sola parola, che vuol dire ‘Amore universale’… Se voi dovete fare un gesto d’amore verso qualcuno – non c’è rimasto più nessuno, ci sono solo io – basta che diciate Prisencolinensinainciusol e tutto… Signorina, si sieda… Ed ora voglio sentire se siete preparate su questa cosa… .

Insomma un pezzo in qualche modo profetico di quel che stiamo vivendo ancora oggi, o forse particolarmente sensibile ad un fenomeno che era già presente a quel tempo e che si sarebbe evoluto, purtroppo, in futuro.

Al netto del significato, specchio della società di ieri e di oggi, la canzone fu ed è un vero e proprio successo.

Nel 2017 Roberto Bolle ha danzato sulle note di Prisencolinensinainciusol – nella versione remixata da Benny Benassi. La coreografia è stata creata appositamente dall’etoile per la serata-evento di RaiUno “Dedicato a Mina-Celentano”. Il video, con la presenza di Adriano Celentano, è stato girato nella Galleria Milanese e dentro il Teatro alla Scala. Anche nel video, grazie alla performance dei ballerini, è ben messo in evidenza il tema della iper comunicazione (data quantitativamente dal numero esorbitante di stimoli) che però va ad uccidere la vera essenza del sapersi intendere…tra esseri umani.

Per la tua privacy YouTube necessita di una tua approvazione prima di essere caricato.
Ho letto la Privacy Policy ed accetto

Veronica Crescente – BIO

Giornalista pubblicista, ha conseguito la laurea magistrale in Editoria e Giornalismo all’Università degli Studi di Verona discutendo la tesi “La donna nel cinema di Federico Fellini: musa tra sogno e realtà”. Attratta dalla parola scritta fin da quando sedeva sui banchi di scuola, considera foglio e penna dei formidabili compagni di viaggio. Non le piace fermarsi alla superficie, per questo ama cogliere l’essenza più vera delle persone e delle cose delle quali si circonda, convinta che non solo “la bellezza salverà il mondo” ma che anche la gentilezza disinteressata, la sana curiosità e un pizzico di Rock and Roll possano contribuire ampliamente alla causa.